Mogherini Lady Pesc, sì unanime da Europarlamento

BRUXELLES. – Federica Mogherini è il volto di successo della nuova squadra di governo di Jean Claude Juncker. Il ministro degli esteri ha conquistato il Parlamento europeo. Dopo il lungo applauso in aula a chiusura dell’audizione dell’altro giorno davanti alla Commissione esteri (Afet), adesso i coordinatori dei gruppi politici non hanno avuto incertezze nella promozione. Si è dimostrata “ben preparata, dedita e competente” ed “ha fatto un’impressione molto positiva per la sua attitudine” tanto a sostenere il ruolo di Commissario in generale, quanto a ricoprire la carica di Alto rappresentante per la politica estera, ha scritto il presidente della Afet, il tedesco Elmar Brok, nella lettera inviata al presidente della Conferenza delle Commissioni cui stanno arrivando tutti i pareri sulle audizioni.  Brok, pezzo da novanta della Cdu, consigliere di Angela Merkel e membro del Parlamento europeo dal 1980, è quello che a luglio la attaccava per la sua presunta inesperienza. Invece nelle tre ore di esame, Mogherini è arrivata anche a punzecchiarlo (“E’ questa la flessibilità tedesca?…Oops non sono molto diplomatica” dice a Brok che aveva appena negato una replica a Borghezio), ma strappandogli un sorriso. Sono “tempi molto difficili” perché “se si guarda a Sud e a Est siamo circondati da crisi”, aveva esordito. E nelle tre ore successive ha indicato come affrontarle, una per una. Con una linea guida: “Preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la stabilità internazionale”. E con un “primo compito” per i prossimi cinque anni: costruire “una vera politica estera comune”. Dimenticate persino dai baltici le critiche per le presunte posizione filo-russe. La Russia, ha ripetuto, “non è più un partner” ma resta “un paese strategico e vicino, soprattutto dell’Ucraina” con cui “abbiamo cinque anni” per ricostruire un rapporto. Ma ha sottolineato che Mosca deve rispettare i patti e le promesse. E ricordando che l’integrità territoriale dell’ Ucraina non può essere in discussione ha osservato che “sarebbe stato meglio aprire prima il dialogo” sull’accordo di associazione Ue-Ucraina. Poi ha sostenuto che bisogna essere pronti a rafforzare le sanzioni, ma anche a “ridurle se le cose migliorano”. E spiegato che con “l’orso russo” serve “un mix di comportamenti, assertivo e diplomatico: l’equilibrio dipende dall’atteggiamento dell’ orso”. Rispondendo alle 45 domande dei parlamentari ha garantito che continuerà a seguire la vicenda dei marò, facendo capire che faciliterà il dialogo con New Dehli ma avvertendo che “sarà interesse dell’India” dimostrare che “rispetta il diritto internazionale”. E guardando al Medio Oriente ha sottolineato il ruolo di un’Europa che deve vincere la minaccia del terrorismo, la sfida è anche politica e culturale. Perché “non c’è risposta militare che tenga se non c’è risposta politica” ed “è compito della Ue” intervenire “per migliorare le condizioni di vita nei paesi attorno a noi”.

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