Canada, l’Isis non c’entra ma è polemica sulla sicurezza

NEW YORK. – Estremismo, ma senza matrice Isis, di un jihadista più o meno solitario che comunque ha messo a nudo limiti della rete di sicurezza canadese rispetto al terrorismo. A due giorni dall’attacco che ha colpito il cuore delle istituzioni canadesi a Ottawa, si comincia a fare chiarezza su ciò che avvenuto nella sede del Parlamento e sui motivi che hanno spinto Michael Zehaf-Bibeau, 32 anni, convertito all’Islam, ad uccidere a sangue freddo un giovane soldato. Avrebbe perpetrato anche una strage, se non fosse stato fermato dalla prontezza di una guardia mentre era in corso una seduta di governo. A confermarlo è stato lo stesso ministro degli Esteri canadese, John Bairb, che in un’intervista alla Bbc ha detto che non c’è nessuna prova che l’attacco a Ottawa abbia legami con l’estremismo islamico dell’Isis. “Michael Zehaf-Bibeau era certamente un’estremista – ha detto Baird – ma non possiamo stabilire che ci sia un legame tra l’attacco a Ottawa e Isis. Sono tuttavia molto preoccupato per la quantità di canadesi che sono partiti per combattere la jihad in Siria e in Iraq”. Intanto emergono nuovi dettagli su ciò che e’ avvenuto all’interno dell’edificio del Parlamento quando si sono sentiti gli spari cosi come cominciano a sollevarsi le prime voci di polemica sull’adeguatezza della sicurezza canadese dopo la diffusione del video che mostra il killer che corre con un’arma in mano. Pare che il primo ministro Stephen Harper sia rimasto chiuso in un armadio nel suo ufficio per una quindicina di minuti mentre altrove i deputati hanno preso le lance delle armature a scopo decorativo per difendersi in caso l’aggressore si avvicinasse. Zehaf-Bibeau inoltre non era sconosciuto alle autorità canadesi. La Royal Canadian Mounted Police (Rcmp) ha infatti detto che gli era stato bloccato il rilascio del passaporto per controlli. Nonostante ciò, non si ritenne che Zehaf-Bibeau fosse una minaccia per la sicurezza del paese. “Il suo nome – ha detto Bob Paulson, capo della Rcmp – non era tra i 90 individui ad alto rischio tenuti sotto controllo perchè potenziali minacce”. Ha poi aggiunto che probabilmente il mancato rinnovo del passaporto è stato il movente per la strage. Il Canada non è nuovo ad attacchi terroristici o a stragi e, mentre altri paesi hanno intensificato le misure di sicurezza, Ottawa non ha seguito la stessa strada. Secondo quanto scrive l’International Business Times, “la sicurezza canadese non era preparata per un attacco come quello avvenuto al parlamento anche per la mancanza di coordinamento tra le varie agenzie”. I rappresentanti canadesi inoltre sono sempre stati restii ad applicare misure di sicurezza a Parliament Hill per creare una sensazione di apertura verso il pubblico. Lo stesso Kevin Vickers, la guardia che ha fermato l’attentatore, in un’intervista recente disse che “e’ fondamentale per la democrazia che i cittadini abbiano accesso ai loro luoghi, ai loro edifici”.  (di Gina Di Meo) (ANSA)

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