Isis: nuovo video, Cantlie usato come reporter a Kobane

WASHINGTON. – “Ciao, sono John Cantlie e oggi siamo a Kobane”. Inizia così l’ennesimo video, il sesto, dell’ostaggio britannico John Cantlie, per la serie propagandistica dello Stato islamico (Isis), “Prestatemi attenzione”. Nel filmato di 5 minuti e 32 secondi, intitolato ‘Dentro Ayn al’Islam’, si vede l’ostaggio con una tunica nera mentre dice di essere nella cittá di Kobane, al confine tra Siria e Turchia, “controllata – afferma – dai jihadisti”. Il video inizia con le spettacolari immagini di Kobane, forse girate con l’ausilio di un drone, mentre in lontananza si sentono alcuni spari. “Da un mese – racconta l’ostaggio, come se fosse in collegamento – i soldati dell’Isis stanno assediando la città curda e, nonostante i raid americani che finora sono costati mezzo miliardo di dollari, i mujaheddin si sono spinti avanti fino a controllare le zone a est e a sud”. L’immagine si sposta poi sui combattenti e quindi di nuovo su Cantlie che nel video compare con i capelli più lunghi e la barba rada. “Ora, i media occidentali, e non vedo nessuno di loro qui, hanno detto recentemente che lo stato islamico è in ritirata”, prosegue Cantlie. “…’Abbiamo ucciso centinaia di jihadisti’, sostiene il portavoce del Pentagono, il generale John Kirby. ‘Lo stato islamico si sta ritirando da Kobane’, ha riferito il corrispondente della Bbc. Poi, le versioni sono cambiate quando e, cito testualmente, funzionari americani hanno detto che Kobane ‘sta per cadere nelle mani dei mujaheddin, è questione di tempo’. Ora non credo che il buon vecchio John Kerry pensi che si stiano ritirando. Lui stesso ha parlato di Kobane definendola ‘un orribile esempio della mancata volontà’ del popolo di aiutare coloro che stanno lottando per liberare la città. E’ una chiara frecciatina al presidente turco Erdogan che odia i curdi”. Nel suo racconto, Cantlie sostiene che in città ci sono solo i combattenti dell’Isis. “Il punto è che, da dove mi trovo, non ci sono curdi del Pkk e Peshmerga, solo mujaheddin. I raid hanno impedito loro di entrare con i carri armati, ma loro vanno casa per casa usando armi leggere. L’America – prosegue – cerca di far diventare Kobane un simbolo della vittoria della coalizione. Ma sanno, e lo sanno anche i mujaheddin, che con tutta la loro potenza aerea e le truppe di terra, questo non è sufficiente per sconfiggere lo stato islamico…”. “…Kobane viene ora rafforzata dai curdi iracheni che stanno arrivando attraverso la Turchia, mentre i mujaheddin vengono riforniti dagli Usa che hanno paracadutato due casse di armi e munizioni direttamente tra le loro braccia. La battaglia per Kobane sta volgendo al termine…”. Il video giunge a due giorni dall’altro filmato diffuso dai jihadisti con Cantlie che accusava i governi di Stati Uniti e Gran Bretagna di aver abbandonato i loro ostaggi. Intanto, lo Stato islamico ha messo le briglie all’Università di Mosul, cancellando intere facoltà e dipartimenti. Diffondendo una circolare, il Califfato ha proceduto alla chiusura della facoltà di Legge, Scienze politiche, Archeologia e Educazione fisica, l’Accademia di belle arti, il dipartimento di Filosofia e quello degli Enti turistici e alberghieri. La motivazione è sempre la stessa: questi argomenti sono incompatibili con i dettami della legge islamica.

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