Sindacati contro governo, Camusso “basta dilettanti”

ROMA. – Tra slogan capovolti e avvertimenti diretti, il sindacato in piazza non usa mezzi termini quando si rivolge al Governo. Ora bisogna “smettete di fare i dilettanti allo sbaraglio” è l’antifona ripetuta dalla leader della Cgil, Susanna Camusso, dal palco di Piazza del Popolo per la manifestazione del pubblico impiego. “Qualcuno pensa che bastano due slide, una consultazione online per fare le riforme” ma non è così, spiega il neosegretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, mentre il candidato a numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, propone “una cena da 20 euro per ascoltare le ragioni dei precari” all’indomani della serata “da mille euro e più” dedicata alla raccolta di fondi per il Pd. Partito da cui la Fiom di Maurizio Landini sembra prendere le distanze, almeno in tema di Jobs act: “Io mica mi faccio rappresentare dalla Direzione del Pd”, il governo “deve discutere con le rappresentanze dei lavoratori”. Insomma prese di posizione nette non mancano, ma lo scontro si consuma anche con l’ironia, a cominciare dalla t-shirt sfoggiata dalla Camusso ‘Arrogance, profumo di premier’. Lo stesso vale per la nuova spilla del sindacato di Corso d’Italia, un vecchio gettone con incastonato il quadrato rosso, simbolo della Cgil: un richiamo plastico alle parole del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che nell’ultima Leopolda ha paragonato l’articolo 18 a un gettone davanti a un Iphone. Camusso fa abbondante uso degli hashtag coniati dal premier, assicurando “siamo sereni”, ma è “il governo che deve cambiare verso”, perchè se bisogna “riorganizzare il lavoro, questo lo si fa con i lavoratori”. Il sindacato cerca così l’effetto boomerang e la controffensiva: il presidente del Consiglio ha detto che il lavoro non deve essere un terreno di divisione? Ma “sta a lui scegliere di smontare l’attacco al lavoro che ha costruito”, rilancia il segretario generale della Cgil. Che si dice anche pronta ad appoggiare il referendum della Lega per l’abolizione della legge Fornero: “Sicuramente sì, se la Corte costituzionale lo ammetterà”. L’affondo arriva anche dalla Furlan: “Nessuno può pensare, davanti al disastro del paese, di fare da solo o con pochi intimi, scelti a sua immagine e somiglianza”, scandisce nel suo primo intervento a una manifestazione unitaria. E ancora: “Fino ad oggi il governo è stato sordo, ma davanti a questa piazza si sturi le orecchie”. Barbagallo, segretario in pectore della Uil, denuncia “una campagna denigratoria contro il pubblico impiego” che va avanti da anni, “da Brunetta a Madia”. Ma, dopo una piazza che ha superato le aspettative degli stessi sindacati, Barbagallo dichiara “sconfitto il disegno di isolare ancora una volta il pubblico impiego”.

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