Italicum-Riforme accelerano, arriva la nuova legge elettorale

ROMA. – Il complicato puzzle della riforma del Senato e di quella elettorale sembra comporsi: mentre infatti la Commissione affari costituzionali di palazzo Madama calendarizzava per martedì prossimo l’inizio dell’esame dell’Italicum, l’analoga commissione della Camera stringeva i tempi sulla riforma costituzionale, che approderà nell’Aula di Montecitorio il 10 o l’11 dicembre. Esattamente dopo 8 mesi dall’approvazione della Camera (12 marzo) della riforma elettorale, questa è stata finalmente incardinata dalla commissione Affari costituzionali del Senato, dove la presidente Anna Finocchiaro avrà anche il ruolo di relatrice: da martedi’ 18 si comincerà. A favore della calendarizzazione hanno votato tutti i gruppi, tranne M5s che si è astenuto e l’ex grillino Francesco Campanella. Il sì di Forza Italia, e soprattutto di Lega e Sel, e degli altri “piccoli”, è stato definito “incoraggiante” da Finocchiaro secondo la quale,al netto del comunicato congiunto Renzi-Berlusconi che lo dà per scontato, “è possibile” che entro l’anno si concluda l’esame almeno della Commissione. Un ottimismo che nasce dal via libera al nuovo Italicum da parte di tutti i partiti di maggioranza emersa nella riunione di lunedì notte alle novità, a partire dall’attribuzione del premio alla lista vincente e non alla coalizione, e dallo sbarramento al 3%. Sono proprio questi due punti, non ancora condivisi oggi da Berlusconi nel suo incontro con Renzi, a spingere Lega e Sel mostrare un forte interesse. Le due novità svincolano questi due partiti “radicali” dall’obbligo di entrare in una coalizione per assicurarsi i seggi in parlamento. La Lega, con 15 senatori, e Sel con 7, con il loro eventuale consenso metterebbero al sicuro l’approvazione dell’Italicum in Senato, anche se ci fosse lo sgambetto di qualche singolo senatore della maggioranza, e indipendentemente dalla posizione di Forza Italia, la cui posizione a questo punto diventa residuale. Il nuovo Italiacum, o il “renzellum” come qualcuno lo ha già battezzato, è un sistema proporzionale che assegna il premio di maggioranza al partito che raggiunge il 40% dei voti; se questo non avviene si svolge il ballottaggio tra le prime due liste. I seggi vengono poi concretamente assegnati proiettando i risultati su dei collegi piuttosto ampi, in ciascuno dei quali vengono eletti 8-10 deputati. Il capolista sarà bloccato, come chiedeva Berlusconi, mentre per i posti successivi varranno le preferenze, come chiedeva Ncd e la minoranza del Pd. La marcia dell’Italicum al Senato è favorita dal passo in avanti della riforma costituzionale all’esame da settembre alla Camera. Infatti più va avanti questa riforma che abroga l’attuale Senato, più si allontana lo spettro di elezioni anticipate, che è il maggior freno da parte di molti parlamentari all’approvazione della riforma elettorale. Ebbene, la commissione Affari costituzionali di Montecitorio ha fissato al 24 novembre il termine per presentare gli emendamenti, che dovranno essere votati entro il 10 o 11 dicembre, quando il testo approderà in Aula. Non è tutto in discesa, perché la minoranza del Pd chiede alcune modifiche sostanziali alla riforma del Senato su cui gli alleati e Fi storcono il naso. Insomma si profila un faticoso lavoro di mediazione come è avvenuto a Palazzo Madama, dove il testo dovrà tornare in terza lettura. (Giovanni Innamorati/ANSA)

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