Liberato Vallisa, ma ancora 5 italiani rapiti. Mistero sulla loro sorte

ROMA. – E’ finito dopo quattro mesi l’incubo di Marco Vallisa, l’italiano rapito in Libia a luglio e liberato nella notte tra mercoledì e giovedì. Un’esperienza “molto dura” quella vissuta dal tecnico emiliano, in un paese dilaniato dal conflitto tra forze filogovernative e gruppi islamici e dove oggi, per la prima volta, i miliziani di Ansar al Sharia, affiliati all’Isis, hanno postato online il video della decapitazione di un prigioniero. A dare la notizia della liberazione di Vallisa è stato nella notte il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che ha espresso soddisfazione per la “professionalità”, “l’efficace e paziente azione” e il “gioco di squadra dell’Unità di crisi del ministero degli Esteri, dei nostri servizi d’informazione e dell’ambasciata d’Italia a Tripoli.

Dopo la liberazione di Marco Vallisa in Libia, restano cinque gli italiani sequestrati all’estero e sulla cui sorte non si hanno più notizie in alcuni casi da mesi, in altri da anni: le due giovani cooperanti lombarde Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, scomparse in Siria dal 31 luglio 2014; il tecnico veneto Gianluca Salviato, rapito in Libia il 22 marzo 2014; il gesuita romano padre Paolo Dall’Oglio, sequestrato a fine luglio 2013 in Siria; il cooperante palermitano Giovanni Lo Porto, scomparso il 19 gennaio 2012 tra Pakistan e Afghanistan. Per tutti i casi la Farnesina ha sempre chiesto in questi anni il massimo riserbo ma, di tanto in tanto qualche notizia, più o meno affidabile, è trapelata soprattutto da fonti e quotidiani locali. Su Greta e Vanessa le ultime informazioni risalgono al 20 settembre quando prima si è diffuso il timore che fossero cadute nelle mani dei jihadisti dell’Isis poi è arrivata la smentita di un quotidiano libanese vicino al movimento sciita Hezbollah, alleato del regime di Damasco. Secondo Al Akhbar le giovani cooperanti erano cadute in una trappola, rapite e poi vendute da un gruppo armato ad un altro ma non erano in mano allo Stato islamico. Naturalmente è difficile stabilire la vericidità della notizia anche perché il giornale non e’ imparziale. Ma quando, nei mesi scorsi, aveva pubblicato indiscrezioni sulla sorte di padre Dall’Oglio, il racconto era stato in seguito confermato sia da fonti italiane attive per la liberazione del gesuita sia da diverse fonti siriane. Da quell’articolo, comunque, non si sono avute più notizie sulla sorte di Greta e Vanessa. Anche su padre Dall’Oglio le ultime informazioni risalgono a settembre: secondo fonti che lavorano sul terreno per la sua liberazione, il gesuita sarebbe invece detenuto in una delle prigioni dell’Isis a Raqqa, da oltre un anno divenuta la roccaforte dello Stato islamico in Siria. Ancora più rare e incerte le notizie che riguardano i casi del cooperante palermitano Lo Porto, di cui si sono perse le tracce da quasi tre anni, e di Gianluca Salviato, rapito in Cirenaica il 22 marzo scorso. Una vicenda quest’ultima che preoccupa anche perché il tecnico veneto soffre di diabete e ha bisogno dell’insulina.

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