Mosca mostra i muscoli,  jet sul Golfo del Messico

MOSCA. – Era dai tempi della guerra fredda che gli aerei militari di Mosca non sorvolavano con regolarita’ uno spazio cosi’ vasto che va dal Mar Glaciale artico al Golfo del Messico, dal Pacifico orientale all’Atlantico occidentale. Ma sullo sfondo della crisi ucraina che ha riportato ai minimi termini le relazioni tra la Russia e l’Occidente, il Cremlino ha deciso di tornare a mostrare i muscoli rispolverando l’abitudine sovietica di frequenti – e costosi – voli militari a larghissimo raggio. E’ stato il ministro della Difesa russo, Serghiei Shoigu, ad annunciare la sfida, con pattugliamenti anche vicino alle coste Usa: l’ennesima lanciata da Mosca in risposta all’avvicinamento ai suoi confini della Nato, che ieri da parte sua é tornata ad accusare convogli militari russi di continuare a varcare la frontiera con l’Ucraina, probabilmente per rifornire i miliziani separatisti di armi e uomini. La Russia ovviamente smentisce, e oggi e’ toccato al portavoce del ministero degli Esteri, Aleksandr Lukashevich negare “categoricamente e ufficialmente” la circostanza. Ma numerosi episodi sono stati evocati dall’Occidente e da Kiev fin dai mesi scorsi per mettere in dubbio le dichiarazioni di Mosca. A rivelare un ultimo avvistamento che sembra voler sbugiardare il Cremlino sono gli osservatori Osce, secondo cui almeno un camion con l’etichetta ‘Gruz-200′ – termine usato dalle forze armate russe per indicare i militari morti in combattimento – e’ entrato in Ucraina dalla Russia da un posto di blocco controllato dai ribelli, ed e’ rientrato in patria poche ore dopo. E si sospetta che trasportasse cadaveri di caduti. Nel Donbass intanto il conflitto scoppiato sette mesi fa continua a mietere vittime nonostante la fragile tregua siglata il 5 settembre a Minsk. Stamattina le autorita’ ucraine hanno annunciato che nelle ultime 24 ore sono stati uccisi quattro soldati e altri 18 sono rimasti feriti. Mentre continua a essere difficile stilare un bilancio delle vittime tra i ribelli in una guerra in cui sono finora morte piu’ di 4.000 persone, tra cui moltissimi civili. Lukashevich ha assicurato oggi che la Russia fara’ “assolutamente tutto il possibile per evitare” un’escalation delle violenze nel sud-est ucraino, ma il braccio di ferro tra Mosca e Occidente continua. E la Russia sembra aver deciso di giocare l’arma della risposta militare per tenere a bada i rivali europei e americani e replicare all’aumento di truppe Nato in Europa orientale. Nelle ultime settimane la tensione gia’ alta e’ cresciuta ulteriormente con le sempre piu’ numerose incursioni di caccia con la stella rossa a ridosso dello spazio aereo europeo: l’apice e’ stato raggiunto a fine ottobre, quando in due giorni quasi 30 aerei da guerra russi hanno allarmato la Nato costringendo al decollo i caccia di cinque Paesi dell’Alleanza atlantica. Ma lo ‘zar’ Vladimir Putin sembra intenzionato a continuare su questa strada, espandendo la propria presenza militare con nuove basi in Sud America, in Asia e nell’Artico. Oltre che naturalmente nell’ormai russa Crimea, dove Mosca prevede di creare una nuova divisione della sua aeronautica militare. (di Giuseppe Agliastro/ANSA)

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