Inter: ritorna Mancio, “nuova sfida stimolante”

MILANO. – Elegante e composto, con rigorosa sciarpa al collo, dopo sei anni Roberto Mancini si siederà di nuovo sulla panchina dell’Inter e vi resterà, salvo colpi di scena, fino a giugno 2017. Un ritorno fortemente voluto da quando è finita la sua esperienza alla guida del Galatasaray. Serviva una svolta, uno scossone in tutto l’ambiente prima del derby e dopo il deludente pari col Verona. Moratti ne ha caldeggiato la candidatura e Thohir ha capito che sarebbe stato l’uomo giusto per risollevare le sorti della squadra. “Una nuova e stimolante sfida, sono contento di riabbracciare i tifosi. A domani e forza Inter” le prime parole del nuovo tecnico affidate al cinguettio di Twitter. Un amore ritrovato, una passione mai tramontata con i tifosi che lo hanno sempre ricordato con affetto e riconoscenza. Thohir ha di fatto scelto il suo primo allenatore proprio alla vigilia dell’annuale anniversario come azionista di maggioranza del club. Decidendo, tra l’altro, di affidarsi allo stesso uomo che regalò le prime vittorie al suo predecessore. Come fosse una strada affidabile da percorre per tornare grandi. Un segnale che l’opinione di Moratti conta ancora in società nonostante le recenti dimissioni. “Quest’oggi ho preso la difficile decisione di sollevare dall’incarico di allenatore Walter Mazzarri, in comune accordo con tutto il management. Lo ringrazio per tutti gli sforzi profusi. Ma il nostro obiettivo è quello di riportare l’Inter a essere uno dei top club d’Europa ed è per questo che sono felice di dare il bentornato a Roberto Mancini. La sua carriera parla per lui. La sua esperienza internazionale, così come la sua voglia di successi porterà la squadra ad un livello più alto” il benvenuto di Thohir sul sito ufficiale del club. Insomma il presidente ha capito che serviva un profilo importante per supportare il progetto di rilancio del brand. Un uomo che potesse ripopolare gli spalti del Meazza, un’immagine spendibile nel mondo. Ed erano proprio queste le caratteristiche di Mancini più apprezzate da Moratti. Perché sulla panchina di una squadra come l’Inter serve un uomo comunicativo, affascinante e di grande personalità. Il cambio in corsa costerà parecchio alle casse nerazzurre, l’addio a Mazzarri e al suo staff peserà più di 15 milioni di euro. E Mancini non ha concesso sconti: percepirà un ingaggio intorno ai 4 milioni a stagione diventando effettivamente l’allenatore più pagato della Serie A e si porterà dietro anche fedeli collaboratori. Ma Thohir, nelle lunghe chiamate intercorse con l’allenatore nella giornata di ieri, ha capito che era il miglior tecnico disponibile sul mercato, in grado di rilanciare la stagione e regalare di nuovo entusiasmo alla piazza. L’unica alternativa possibile. Il presidente ha così spianato la strada al dg Fassone e al Ceo Bolingbroke che a Roma nella nottata hanno chiuso la trattativa. Moratti era stato avvisato in giornata, rispondendo probabilmente con un sorriso all’annuncio del ritorno del Mancio. “Sono felice, è un grande lavoratore, un cambio necessario in questo momento” il suo commento. Perché secondo l’ex patron ora l’Inter è di nuovo in buone mani.

Ufficializzato l’addio di Mazzarri i tifosi sui social network hanno festeggiato. È la storia di un feeling mai nato, di un rapporto controverso cadenzato dai fischi del Meazza e dagli sfoghi via web ad ogni passo falso della squadra. La voce della piazza nerazzurra si era fatta sentire a più riprese nei giorni scorsi. Tutti uniti, voci autorevoli e non, nell’hashtag #MazzarriVattene. E alla fine Thohir ha accontentato i tifosi. “Il presidente ha visto che la disaffezione per Mazzarri portava meno spettatori, cioè introiti. Ha capito che gli costa meno cambiare allenatore piuttosto che rischiare di stare fuori dall’Europa. Non è questione di piazza, è questione di Piazza Affari” il commento di Enrico Mentana a Radio 24 sull’esonero di Walter Mazzarri dalla guida dell’Inter. Ora c’è di nuovo speranza, poca riconoscenza nell’ex allenatore e molta euforia. La scusa della pioggia nel pari col Verona ha di fatto incrinato definitivamente il rapporto. Non era più riconosciuto il ruolo di Mazzarri. Ma adesso inizia una nuova storia, un secondo capitolo con Mancini. L’uomo che ha fatto gioire i tifosi dopo anni senza successi.