G20: clima, da Obama 3 miliardi per i paesi più poveri

NEW YORK. – Barack Obama raddoppia sul clima: dopo lo storico accordo con la Cina per tagliare le emissioni di gas ad effetto serra, il presidente Usa si appresta ad annunciare al G20 di Brisbane un maxi contributo di tre miliardi di dollari al Fondo internazionale per aiutare i paesi più’ poveri ad affrontare gli effetti del cambio climatico. Le due mosse del presidente Usa arrivano in vista di un auspicato accordo globale alla Conferenza sul clima di Parigi, in programma nel 2015, ritenuta dagli esperti come l’ultima chance per una strategia globale per salvare il Pianeta. La somma degli Usa, se unita solo alle cifre già promesse da Germania, Francia e Giappone, porterebbe la dotazione complessiva del Green Climate Fund vicino ai 10 milioni di dollari, l’obiettivo minimo indicato dall’Onu prima della riunione dei ministri dell’ambiente in Peru’ del prossimo mese. Nel 2009, alla conferenza sul clima di Copenaghen, i paesi più ricchi si erano impegnati a destinare 100 milioni di dollari all’anno entro il 2020 per aiutare i paesi meno sviluppati a tagliare le loro emissioni di gas ad effetto serra. Non è chiaro se i tre miliardi di dollari che verranno annunciati da Obama proverranno da fondi esistenti, o se il presidente dovrà passare per il Congresso per lo stanziamento di nuove risorse. In questo caso non sarà facile, visto che la maggioranza repubblicana è contraria alle politiche ambientali portate avanti negli ultimi anni dalla Casa Bianca, definite ‘job killing’, che uccidono posti di lavoro, colpendo il settore del carbone e del petrolio. Senza contare che l’utilizzo dei soldi dei contribuenti americani per aiutare i Paesi poveri nella lotta al clima è stato sempre osteggiato dalla destra americana. Dal 2010 l’amministrazione Obama ha già speso circa 2,5 miliardi in aiuti su questo fronte. Al fondo per aiutare i paesi più poveri a far fronte al cambio climatico, Berlino verserà 930 milioni di dollari, Parigi un miliardo, Tokyo 1,5 miliardi, la Svezia 540 milioni. Altre risorse pari a circa 400 milioni complessivi sono già state promesse da Corea del Sud, Danimarca, Olanda, Norvegia, Svizzera, Repubblica Ceca e Lussemburgo.

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