Il prezzo del petrolio venezuelano, mai cosí in basso dal 2010

CARACAS – Mai cosí basso dal 2010. Il prezzo del petrolio continua a calare. Il barile di greggio venezuelano, questa settimana, ha perso altri 2 dollari. Ieri é stato venduto a 70,83 dollari. Oramai la soglia psicologica dei 60 dollari é sempre più vicina. L’ultima volta che il petrolio venezolano fu quotato nei mercati internazionali al di sotto dei 70 dollari é stato nel novembre del 2010. Allora il prezzo fu di 69,61 dollari il barile.

E cosí anche questa settimana gli esperti del ministero di Energia, come si legge nel Bollettino settimanale del dicastero, hanno dovuto constatare che l’eccesso della domanda continua a spingere i prezzi del petrolio verso il basso. La curva negativa, per il petrolio venezolano, é inziata il 12 settembre. Da allora, da quando il barile di greggio fu quotato 90,19 dollari, la tendenza negativa non si é piú interrotta.

Il ministro degli Esteri, Rafael Ramírez, ha iniziato una tourneé tra i paesi membri dell’Opec per cercare alleati alla probabile proposta venezuelana di ridurre la produzione del “cartello poetrolifero” e cosí, frenare la caduta dei prezzi. Ma la sua azione diplomatica non pare trovare sponde.

E cosí, la decisione dell’Opec (pare ormai cosa certa) di non tagliare la produzione e l’aumento esponenziale di quella Usa, oltre al rallentamento dell’economia globale deprimono le quotazioni. Il greggio Wti, ieri, è sceso di 88 centesimi a 73,3 dollari al barile mettendo a segno la settima settimana di ribassi. Non accadeva dal 1986. Cala anche il Brent di 22 centesimi a 77,27 dollari.

Stando a quanto scrive l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) nel suo report mensile sul mercato petrolifero la “pressioni al ribasso” sul prezzo del petrolio “dovrebbero continuare nella prima metà del 2015”, a causa di una “domanda debole”, affiancata “dall’impatto di un dollaro in crescita e di un continuo aumento dell’offerta”.

Nel mese di ottobre del 2014, l’offerta globale di petrolio era cresciuta di 35 mila barili al giorno, arrivando a 94,2 milioni di barili, 2,7 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Parallelamente, la domanda resta debole, anche se “dopo aver toccato il fondo nel secondo trimestre, è stimata in lieve ripresa nel terzo, dato che il calo ha rallentato sia in Europa sia in Nordamerica”.

Le stime per la domanda di petrolio complessiva di quest’anno e del prossimo restano invariate rispetto al mese scorso, rispettivamente a 92,4 e 93,6 milioni di barili al giorno.

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