Sciopero generale contro il governo, dopo la Cgil anche la Uil

ROMA. – Anche la Uil annuncia lo sciopero generale contro le scelte del Governo su Pubblica Amministrazione, lavoro, pensioni e tenta di riunire tutti: la Cgil che lo ha già proclamato, per il 5 dicembre, e la Cisl, ferma per ora allo stop del pubblico impiego. Un puzzle di non facile composizione, ma probabilmente l’attesa durerà poco, visto che domattina i leader dei tre sindacati si riuniranno, chiamati a raccolta dalla Uil, in occasione del suo congresso che vedrà Barbagallo succedere ad Angeletti. Il pressing sarà concentrato sull’organizzazione guidata da Furlan, rimasta isolata dopo la mossa della Uil. A innescare una sorta di reazione a catena sotto l’insegna ‘sciopero’ è stato l’incontro di lunedì sera a Palazzo Chigi sulla P.a. La prima a farsi sentire è proprio la Cisl, ma ad incrociare le braccia sono solo le categorie del pubblico impiego, che rivolgono anche alle altre sigle l’invito a definire insieme l’iniziativa, da far cadere sempre nel mese di dicembre. Passano poche ore quando irrompe la Uil, che non restringe più il campo della protesta agli statali ma allarga i confini, proclamando lo sciopero di tutti i lavoratori. La Uil fa anche un altro passo dichiarando che proporrà “a Cgil e Cisl di stabilire insieme data e modalità della mobilitazione”. Un richiamo forte all’unità, che il candidato a segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, cercherà fino all’ultimo di sostenere. La strada è certo tutta in salita perché la numero uno della Cisl, Annamaria Furlan, non ha mai celato la sua posizione in merito: “lo sciopero generale è lo strumento più forte che ci sia per arrivare ad un risultato ma se gli obiettivi non sono chiari è un errore”, ribadisce. E se ancora non fosse chiaro, aggiunge: “Per uscire dalla crisi oggi uno sciopero generale di un giorno, che presto si dimentica, penso sia chiedere un sacrificio inutile ai lavoratori”. Quanto alla Cgil, Furlan taglia corto: “sembra più interessata troppe volte alle dinamiche politiche che all’espressione del suo ruolo sindacale”. Tutto mentre il sindacato di Susanna Camusso, conferma “la giustezza dello sciopero generale”, rivolgendo “l’appello alle altre organizzazioni sindacali confederali per una risposta di tutti”. Insomma da parte di Uil e Cgil i richiami all’unità non mancano. Ma finché la partita non si chiude gli scenari possibili vanno dalla soluzione con tutti e tre i sindacati insieme a una situazione in cui ognuno va per sé. C’è poi una terza via, che, ad esempio, potrebbe vedere allineate Cgil e Uil, con la Cisl in disparte. Nulla sembra precluso in un rebus su data, vero elemento cruciale, motivazioni e modalità (ore di sciopero, nazionale o territoriale, con o senza manifestazione). Tra tutti i fattori, il giorno scelto è senz’altro fondamentale, con la Uil che tenterà di far convergere la Cgil su una nuova casella. Quanto alle ragioni, il sindacato di Bargallo le ha messe già in fila, una su tutte: “il governo non ha dato alcuna risposta chiara ai problemi veri delle persone”, così “perdendo un’occasione nei confronti del Paese”. Di diverso parere è il ministro della P.a, Marianna Madia, che ieri ha presieduto la riunione con in sindacati. Madia assicura di volere riaprire il contratto nel pubblico impiego “il prima possibile anche nella sua parte economica”, per questo “chiediamo al sindacato di non sprecare questa occasione di confronto”. Quanto alle mobilitazioni decise, sottolinea: “sullo sciopero penso che ognuno debba fare quello che pensa sia giusto”. Domani la parola torna ai sindacati, con la decisione finale sullo sciopero che non può aspettare, ha i giorni, se non le ore, contate. (di Marianna Berti/ANSA)

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