Mata Hari Usa nei guai, “spiava per il Pakistan”

NEW YORK. – Nei guai l’ex ambasciatrice: una veterana del Dipartimento di Stato è sospettata dall’Fbi di spionaggio a favore del Pakistan. Robin Raphel, ex “feluca” Usa in Tunisia, è stata messa nei pasticci da una conversazione intercettata dagli investigatori americani. 67 anni, Raphel non è una diplomatica qualsiasi, ed è stata anche la moglie di un ex ambasciatore Usa a Islamabad. E che ambasciatore: Arnold Raphel morì in un misterioso incidente aereo nel 1988 con l’allora presidente pakistano, il generale Mohammed Zia ul-Haq. La causa del disastro non fu mai chiarita e tra i tanti complotti possibili uno parla di gas nervino nascosto in una cassa di mango che sarebbe stato fatto sprigionare in cabina. Siamo dunque in terreno Mata Hari, o, per attualizzarlo, Homeland, che nell’ultima stagione vede Carrie Mathison, la protagonista del serial di spionaggio israelo-americano, trasferita proprio nella capitale pakistana. Raphel, che per ora non è stata formalmente accusata di niente, è in pensione dal 2005 dopo avere concluso la carriera come assistente segretario di Stato per il Sud Est asiatico, ma la sua influenza nei palazzi della diplomazia non è mai cessata: nel 2009 l’allora rappresentante speciale Usa per Pakistan e Afghanistan Richard Holbrooke l’aveva “ripescata” con nuove mansioni presso l’ambasciata di Islamabad e ancora adesso, fino a un mese fa, Robin aveva un desk al Dipartimento di Stato. Stati Uniti e Pakistan restano alleati nella lotta al terrorismo, ma nel corso degli anni post 11 settembre le relazioni tra i due Paesi si sono modificate. C’è tensione sui rapporti con i talebani da parte Usa, da parte pakistana per l’uso dei droni che minacciano anche i civili. Queste tensioni hanno alimentato una nuova leva di diplomatici più circospetti che in passato per i comportamenti di Islamabad: “vecchi” come la Raphel sono finiti fuori linea. Ed ecco dunque l’ultima vicenda, ancora in parte avvolta dal mistero: un raid dell’Fbi “dopo mesi di sorveglianza”, ha riferito una fonte protetta da anonimato, nella casa della donna nel Maryland, il sequestro di documenti “classified”, a cui è seguita la revoca della “clearance” e delle credenziali per entrare in ufficio. Non si prospetta nulla di buono, così la Raphel si è affidata a una principessa del foro: l’aiuterà a difendersi Amy Jeffress, che fino a pochi mesi fa è stata assistente del ministro della Giustizia Eric Holder per le materie di sicurezza nazionale. (di Alessandra Baldini/ANSA)

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