Rinvio Comites: Nuove liste sì, nuove liste no?

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MELBOURNE. – Si rivolge “a tutti coloro che si oppongo alla presentazione di una nuova lista di candidati per le elezioni del Comites ad aprile 2015”, chiedendo loro le motivazioni di tale opposizione. È Joe Cossari del CTIM Australia, che si chiede: “Sono forse intimoriti da una competizione elettorale? Qual è il vero motivo per opporsi all’arrivo di nuovi candidati e nuove liste? Dubitate forse delle vostre abilità nel competere in una gara elettorale con altri candidati?” “Non capisco quale sia la vostra preoccupazione”, insiste Cossari, “dato che tutto ciò si basa su uno spirito di volontariato e non vi è compenso monetario legato alla “poltrona”. La democrazia è basata sulla partecipazione e diventa più forte man mano che la partecipazione aumenta. Un comportamento dispotico da dittatore “Tinpot” che teme la competizione elettorale è completamente all’opposto di questo concetto”. Cossari spiega di aver “richiesto alla commissione che supervisiona queste elezioni di fare in modo che le porte siano aperte a più liste possibili, così da aumentare la partecipazione della comunità: è un dato negativo quello che ci proviene dalla partecipazione al voto. In una città come Melbourne con 50.000 italiani, una partecipazione al voto di appena 600 persone è una enorme sconfitta del sistema elettorale Comites”. Per il rappresentante del CTIM australiano “la difesa di interessi personali e la chiusura ad una più ampia partecipazione attiva alle elezioni sono il motivo di questo fallimento. Se nulla cambia”, sostiene, “compresa la legge la quale rappresenta il minimo comune denominatore di questo fallimentare sistema, anche le elezioni di aprile prossimo saranno un fallimento epocale. I vecchi tempi, come ci ricorda il Premier Renzi, sono terminati”. “Sotto il peso della neve invernale i rami del Pino si piegano ma non si spezzano e l’albero resiste per riassumere la propria gloria in primavera”: Cossari cita “questo vecchio modo di dire per sottolineare come nulla cambierà se non si parte dalla legge e coloro che otterranno la vittoria con queste regole in primavera avranno una vittoria di nulla valenza”. “L’ultima vittoria del PD”, conclude Joe Cossari, “è decisamente di basso valore dato che è stata raggiunta in un contesto dove la competizione è stata bloccata sul nascere”.

E da Montevideo: “angosciante e farraginosa”, così Giovanni Costanzelli, presidente del Ctim – Uruguay intitolato a Bruno Zoratto, definisce la consultazione elettorale per il rinnovo dei Comites. Rappresentante della lista civica “SI! Siamo Italiani”, poi non ammessa alle elezioni stesse, si rivolge, attraverso una lettera inviata alla redazione dell’Aise, al governo, al Ministero degli Affari Esteri nonché ai parlamentari eletti all’estero affinché “il decreto legge n.168, con cui si è deciso di spostare la data di elezione dei Comites, sia emendato e riformulato in virtù di garantire la partecipazione delle liste escluse a causa dei discutibili tempi e modalità finora applicate”. In una precedente lettera inviata ai vertici del Ministero degli Affari Esteri, Costanzelli ricorda di aver denunciato “una serie di difficoltà e carenze da parte della cancelleria consolare, fatto che ha causato la presentazione fuori tempo massimo delle firme di sottoscrizione della nostra lista; e conseguentemente, grazie al voto del presidente dell’Ufficio elettorale, la nostra lista veniva dichiarata dal CEC non ammessa”. Oggi che le elezione dei Comites sono state rimandate al 17 aprile 2015, Costanzelli manifesta alcune riflessioni. “Il rinvio, come pubblicamente noto, è stato causato dalla scarsa iscrizione al voto da parte dell’elettorato attivo”, afferma. “Una novità, quella della iscrizione al voto, imposta da un decreto dell’agosto 2014 che ha novellato (leggasi peggiorato) la sclerotica legge dei Comites del 23 ottobre 2003 n.286”. Secondo Costanzelli “il Ministero degli Affari Esteri e il partito di governo con questa proroga stanno tentando di ottenere più numeri per poter giustificare una spesa di 7.000.000 di euro ovvero un costo che, allo stato attuale, ha interessato solo il 2 per cento degli aventi diritto al voto. Un flop di carattere macroscopico e vergognoso”, denuncia, “per chi ha gestito finora questo esercizio elettorale”. Costanzelli non lesina critiche. “È chiaro che elezioni così pasticciate”, dice, “sono un evidente segno di poca volontà e disinteresse della vita degli italiani all’estero. E questo probabilmente nasce dall’immagine e dalle pessime gestioni degli attuali i Comites e dei rappresentanti Cgie. Per anni”, insiste, “a Montevideo, come in tutti gli altri Comites del nostro mondo di italiani all’estero, questi enti rappresentativi sono stati solo la espressione di interessi delle persone legate ai Patronati e autoreferenziali”.

Quanto alla lista cui Costanzelli aveva aderito, afferma: “La nostra lista “SI! Siamo Italiani”, nata spontaneamente e non vincolata a nessun partito, ha sentito l’esigenza di costituirsi per poter partecipare ad un Comites che sia rappresentativo di tutta la collettività e di tutte le associazioni; si è così pensato, immaginato di costituire un Comites che possa guardare alle esigenze attuali ma anche nel ricordo del passato, dell’epopea della nostra emigrazione in Uruguay, di noi venuti dal mare e che da Garibaldi ai giorni nostri ha segnato la storia, la cultura e la società di questo Paese, l’Uruguay. Lontani migliaia e migliaia di chilometri dall’Italia ma così italiani da sentirci sempre legati alla nostra cara Italia. Ed è per questo che ci siamo mossi, noi della lista “SI!” per volere un Comites che potessere riapproparsi di tutto quello che ci hanno fatto perdere: l’Ospedale Italiano, la Camera di Commercio, il Consolato. Il nostro è stato un moto di orgoglio di fronte allo sgretolamento delle istituzioni. Perchè ci siamo, ma non siamo rappresentati!”. “La legge sui Comites doveva essere revisionata per intero. Le autorità preposte e i politici non hanno voluto affrontare questo argomento e quindi siamo tutti impantanati!”, continua Costanzelli. “Il rinvio del voto chiaramente è motivato per avere una piu ampia platea elettorale e quindi assicurare l’esercizio democratico della partecipazione di tutti noi italiani all’estero. Peraltro questo diritto al voto viene ad essere comunque non garantito se non si riaprono i termini per l’ammissione alla partecipazione delle liste elettorali. I tempi e le modalità, ma soprattutto la disorganizzazione delle autorità preposte ad assicurare questo diritto hanno finora escluso una possibile partecipazione democratica. Se gli italiani all’estero non possono essere giustamente rappresentati, perchè quindi andare a votare? Comprendiamo che le liste già presentate e nella maggioranza dei casi agganciate ai patronati o ai partiti consolidati non vedano di buon occhio l’entrata in scena di cittadini che non hanno nessun interesse se non quello di difendere l’italianità all’estero, ma se si continua sempre con le stesse persone, sempre con gli stessi interessi, i futuri Comites saranno sempre la stessa minestra riscaldata”.

“Chiediamo quindi ai nostri rappresentanti onorevoli deputati e senatori, ma anche al Ministero degli Affari Esteri”, ecco la richiesta di Costanzelli e della sua lista, “di considerare quest’esercizio democratico in forma più appropriata e democratica, scevra da evidenti parzialità che rendono il tutto una premessa a divisioni, contrasti e critiche più che giustificate e che danno una pessima immagine del mondo e degli operatori dell’emigrazione. La lista “SI! Siamo Italiani”, nell’ottica di poter esercitare il diritto alla partecipazione democratica dell’elettorato attivo e passivo auspica che il decreto legge n.168, con cui si è deciso di spostare la data di elezione dei Comites, sia emendato e riformulato in virtù di garantire la partecipazione delle liste escluse a causa dei discutibili tempi e modalità finora applicate”. “Preme osservare”, conclude Costanzelli, “che questa operazione di garanzia democratica non implicherà costi aggiuntivi a quanto già stanziato per la consultazione elettorale. Mentre se realizzata, potrebbe invece essere percepita dai residenti all’estero, come un fattivo segnale di buona volontà verso questi italiani all’estero, questi milioni di italiani che in fondo sono la ragione dell’esistenza, del lavoro e delle prebende di onorevoli deputati, senatori, così come dei funzionari del Ministero Affari Esteri e dei patronati e della stampa all’estero. Non meriteremmo quindi maggiore rispetto e considerazione?”.