Da Thorpe a Buffon, quando lo sport incontra la depressione

AS Roma pre-season training

ROMA. – Vent’anni dopo la tragica scomparsa di Agostino Di Bartolomei, nel mondo dello sport tornano i fantasmi del mal di vivere, dopo che l’ex centravanti della Roma Roberto Pruzzo, nel libro ‘Bomber’ non nasconde di essere stato colpito dal male oscuro e mette a nudo le sue paure e le sue debolezze. Il ‘cane nero’ è uno spettro che colpisce a freddo e non fa sconti nemmeno ai grandi campioni dello sport. Come sa Lindsey Vonn, l’americana regina dello sci, 2 mondiali e oro olimpico, donna di rara bellezza, divisa tra piste e passerelle, podi e prime pagine, che due anni fa sprofondò nella crisi. Stop alle gare, cliniche e poi lenta risalita e domani il ritorno in gara a Lake Louise. C’è chi come Gigi Buffon portiere di Juve e Nazionale ha vinto la depressione e ne è uscito più forte di prima. E chi invece, come l’ex portiere della nazionale tedesca Robert Enke, non ne è uscito, finendo suicida. Vita a pezzi per Paul Gascoigne che nel male di vivere c’è immerso fino al collo, da anni, tra alcol ricoveri e pensieri suicidi. Ian Thorpe, l’australiano che ha dominato per anni il nuoto mondiale, uno abituato solo a vincere, è andato in crisi dopo la mancata qualificazione a Londra 2012. Dopo lunghi ricoveri è riemerso al mondo proprio grazie al nuoto. Sempre dall’acqua di una piscina Greg Louganis, tuffatore immenso, confessò i suoi problemi. Vittima della tortura dell’anima è stato anche Marco Pantani ciclista dal cuore grande e fragile, preda di una depressione che lo ha perso. Andres Iniesta è fra i più forti calciatori del mondo. Caduto anni fa nel vortice della male oscuro e del silenzio, parlava quasi solo con il pallone, in campo. Sentiva il vuoto attorno. Rinacque, come ha raccontato, grazie al gol nella finale mondiale del Sudafrica (2010) vinta dai suoi contro l’Olanda, e si riconciliò con l’esistenza. Con la depressione ha combattuto Adriano, il centravanti brasiliano del Parma e dell’Inter. Da Imperatore si trasformò in un obeso, preda dell’alcol. Era finito nel tunnel dopo la morte del padre, cui non riusciva a rassegnarsi. Poi una lentissima ripresa, ma addio carriera. L’ansia e il senso di vuoto possono diventare insopportabili: Casey Stoner, centauro campione del mondo, australiano, un mostro delle due ruote, si è dovuto arrendere. La depressione gli si è avvolta attorno come un lenzuolo, rendendolo incapace di gestire sè stesso e le proprie emozioni, cose un tantino importanti per uno abituato a correre a 200 all’ora. Con la depressione ha fatto i conti anche l’ex ct dell’Italrugby John Kirwan, sul punto di autodistruggersi ma poi venutone fuori al punto da diventare in Nuova Zelanda esempio per tanta gente che ancora lotta con il male di vivere.

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