Nella crisi di Milano l’Inter è un rebus per Mancini

Soccer: Europa League; Fc Inter-Fc Dnipro

MILANO. – Se lottare solo per il terzo posto lo demoralizza, figurarsi cosa significa per Roberto Mancini trovarsi al dodicesimo, più vicino alla zona che manda in serie B che a quella che vale l’Europa. E’ la realtà della sua Inter, ben diversa da quella che lasciò sei anni fa e, tutto sommato, ancora molto simile a quella in crisi di risultati e identità guidata da Walter Mazzarri fino a quattro partite fa. Non sempre i cambi in panchina a stagione in corso danno la scossa. Dopo un pareggio e due sconfitte il rebus ereditato da Mancini è ancora più complicato da risolvere. L’unica consolazione per la Milano nerazzurra è che quella rossonera naviga in acque poco meno agitate. In città il calcio non regala gioie da tempo e, anche alla luce dell’ultimo derby, nessuno tende a illudersi per il futuro a breve termine. Per dirla con Carlo Tavecchio, quelle di Inter e Milan in relazione alla corsa per il vertice e lo scudetto “in questo momento sono situazioni disperate, però il campionato è ancora lungo”. ”Le prospettive – ha aggiunto il presidente della Federcalcio su Gr Parlamento – non sono ideali, gli investimenti si fanno se ci sono i soldi, altrimenti è difficile avere protagonisti importanti come in altri palcoscenici europei. Prima avevano la bocca buona…”. Pesano anche i terremoti societari degli ultimi dodici mesi che hanno lasciato il segno, tanto in casa Milan quanto all’Inter. Il presidente nerazzurro Erick Thohir ha scelto un allenatore esperto e costoso come Mancini per tornare in Champions League, ma la strada è tutt’altro che segnata. La qualità non abbonda nella rosa a disposizione dell’allenatore, e nemmeno la personalità visto come ha sofferto la squadra in casa nel secondo tempo contro l’Udinese. La difesa è un vero e proprio colabrodo, che subisce un gol e mezzo a partita (quanti ne segna l’attacco) e non trova stabilità nemmeno con il passaggio dal 3-5-2 al 4-3-1-2. Non aiuta la confusione del centrocampo, né è detto che possa risolvere molti problemi il mercato di gennaio. Mancini ha spiegato di voler fare il punto sui rinforzi alla fine del girone di andata. Da Lavezzi a Cerci, passando per Lucas Leiva, si fanno tanti nomi ma, con due allenatori a bilancio e i limiti del Financial Fair Play, difficilmente il club potrà fare grandi investimenti per provare a raddrizzare la classifica. Un’impresa per certi versi più complicata di alcuni trofei vinti da Mancini, che punta anche ad andare in fondo all’Europa League (giovedì chiuderà il girone in casa degli azeri del Qarabag già certo del primo posto). Un altro anno senza Champions, o peggio fuori dalle coppe, offrirebbe prospettive demoralizzanti per l’Inter e per Mancini, anche se tutti negano l’esistenza di una clausola per svincolarsi anzitempo dal contratto.