Ecco la nuova legge elettorale: premio 40%, capolista bloccati

L.elettorale: Finocchiaro, alzare soglia premio maggioranza

ROMA. – Premio alla lista che prende il 40% dei voti, sbarramento al 3% per i partiti non coalizzati, 100 collegi plurinominali con i capolista bloccati: l’Italicum 2.0, come lo ha definito lo stesso premier Matteo Renzi indicando il nuovo accordo raggiunto con la maggioranza e assorbito, salvo pochissime eccezioni, nel Patto del Nazareno prende forma con la deposizione di due emendamenti in commissione Affari Costituzionali al Senato del relatore Anna Finocchiaro. Due proposte di modifica corpose che danno, di fatto, un nuovo volto alla futura legge elettorale. Una legge prevista solo per la Camera che, se da un lato, come sottolineato da Finocchiaro garantisce governabilità e rappresentanza, dall’altro, secondo l’istituto di ricerca Ipr Marketing, oggi non assicurerebbe al Pd una maggioranza da solo. Secondo le stime Ipr, infatti, i Dem avrebbero 253 deputati, seguiti da M5S (113), FI (100) e Lega (91), Ncd e Sel (entrambi con 36 deputati). Con il Pd che si troverebbe così a 53 seggi dalla maggioranza. Ecco, invece, i punti chiave del ‘nuovo’ Italicum messo nero su bianco dal relatore.

SOGLIE E PREMIO. Il premio è alla lista e non più alla coalizione, e viene assegnato al partito che ottiene almeno il 40% dei voti, tre punti in più rispetto al 37% incluso nel testo approvato nel marzo scorso a Montecitorio. La soglia di sbarramento per le liste singole e non collegate si abbassa dall’8% al 3% mentre resta invariata, fermo restando che il premio non è più previsto alla coalizione, la soglia di sbarramento del 12% dei voti “per le coalizioni di liste che contengano almeno una lista collegata che abbia conseguito sul piano nazionale almeno il 4,5% dei voti validi espressi”.

COLLEGI E PREFERENZE. Il nuovo impianto prevede 100 collegi plurinominali e capolista bloccati. In ciascun collegio l’elettore “ad esclusione del capolista” – al quale il voto dato alla lista – potrà dare due preferenze con l’obbligo di destinare la seconda ad un candidato di sesso diverso da quello al quale è andata la prima preferenza. Il capolista – e solo lui, a dispetto di quanto prevedeva il ddl della Camera – potrà essere candidato in una o più circoscrizioni e fino ad un massimo di dieci collegi plurinominali”, si legge nell’emendamento 1.5000 del relatore che prevede, inoltre, fino a 9 eletti per ciascun collegio.

ALTERNANZA DI GENERE. Rispetto al ddl della Camera appare più rigida in quanto, aldilà dell’obbligatoria diversità di genere per la seconda preferenza, si prevede che “i candidati siano collocati secondo un ordine alternato di genere” e non più con il solo limite “di non più di due candidati consecutivi del medesimo genere”. Nel numero totale dei capolista non può inoltre esserci esservi più del 60% di candidati dello stesso sesso. Prevista l’obbligatorietà da parte dei partiti che si candidano di indicare al momento del deposito del contrassegno programma elettorale e leader della forza politica.

CLAUSOLA SALVAGUARDIA. E’ il tassello mancante, al momento, del nuovo impianto, dopo che oggi la riformulazione dell’odg Calderoli ha stralciato una clausola che prevedeva il ripristino del Consultellum, anche per il Senato, in caso di voto anticipato. Se ne riparlerà da lunedì in commissione e il dibattito si preannuncia spinosissimo. (di Michele Esposito/ANSA)