Petrolio: Scure sull’economia russa, calo delle stime del Pil e rublo

Repsol begins drilling for oil i off Lanzarote coast, Canary Islands

ROMA. – Russia con l’acqua alla gola con i prezzi del petrolio in picchiata sui mercati internazionali, mentre grazie ai minimi dei prodotti petroliferi i carburanti segnano nuovi ribassi ai distributori. La Banca Mondiale ha tagliato le proprie stime di crescita per Mosca a -0,7% per il 2015, avvertendo inoltre che il calo del Pil rischia di essere ancora più pesante se il petrolio dovesse rimanere a lungo sui livelli attuali, ossia sotto i 65 dollari al barile. In quel caso il prodotto interno lordo russo scenderebbe dell’1,5% il prossimo anno. E gli effetti del deprezzamento dell’oro nero hanno costretto la Banca centrale russa a spendere 4,5 miliardi di dollari la settimana scorsa per comprare la propria valuta. Ma l’intervento non ha dato i frutti sperati visto che la fase discendente della divisa russa non si è arrestata, calando a quota 54,26 rubli per un dollaro e 66,98 per un euro, riportandosi così vicino ai record negativi dei giorni scorsi. Nel solo mese di novembre il rublo ha perso quasi un quarto del suo valore, paventando un’ondata di panico tra i risparmiatori. In questo quadro economico il tasso sui titoli di Stato russi a 10 anni è volato oggi al 12,97%, segnando i massimi da ottobre 2009 e obbligando Mosca a cancellare l’asta di oggi per le “condizioni sfavorevoli di mercato”, come ha spiegato il ministero delle finanze. Intanto da Bruxelles l’Italia tende la mano al presidente Putin sulla vicenda South Stream. “Noi riteniamo che i margini per trovare una soluzione ci siano, quindi se la Russia ripensa a questa decisione il terreno per un confronto è aperto”, ha dichiarato il viceministro allo sviluppo economico Claudio De Vincenti dopo il Consiglio Ue energia, ricordando che lo stop al gasdotto è “una cancellazione da parte russa” in quanto “noi riteniamo che ci fossero le possibilità per trovare una soluzione nell’ambito del Terzo pacchetto Ue”, anche in base a “proposte” che la stessa Italia aveva fatto a Bruxelles. I ribassi del petrolio sono invece una buona notizia per gli automobilisti. Finalmente hanno messo mano ai listini Eni (-1 cent sulla benzina, -1,5 sul diesel); Esso (-1 cent sul diesel), IP (-1 cent sulla benzina, -0,4 sul diesel). Ennesimo calo per le medie ponderate dei prezzi tra le varie compagnie in modalità servito, con la benzina a 1,672 euro/litro (-0,6 centesimi) e il diesel a 1,591 euro/litro (-0,9cent). Gpl Eni fermo a 0,676 euro/litro. (Alfonso Abagnale/Ansa)

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