Contro il “neocentrismo” del Pd, torna il “Partito Comunista”

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ROMA. – Nel giorno dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil, che segna uno dei momenti di massima conflittualità tra il sindacato e un governo guidato dal centrosinistra, nasce il nuovo “Partito Comunista d’Italia”: una formazione politica che, a 93 anni dalla nascita del Pci e a 23 dalla sua fine, ha l’obiettivo ambizioso di tornare ad essere la “casa” di tutti quelli che si riconoscono ancora nelle idee di Marx, Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer. Segretario del nuovo partito è Cesare Procaccini, un esponente marchigiano del Pdci di Oliviero Diliberto. Ma l’iniziativa risale a settembre, a un appello firmato da varie anime della sinistra: storici come Gianni Vattimo, esponenti di Cgil, Fiom, Rifondazione Comunista, liberi professionisti e docenti universitari. Di fronte alla crisi e “a fronte dell’ involuzione neocentrista del Pd che sta portando l’Italia verso il modello americano e sta distruggendo le fondamenta della Costituzione repubblicana e antifascista” diventa “urgente – si legge nell’appello – dare corpo ad una presenza unitaria della sinistra che aggreghi tutte le sue componenti”. Un’impresa per nulla semplice e non solo per le difficoltà endemiche nella sinistra a restare unita, ma anche perché, al momento, sono decine in Italia le sigle di movimenti, partiti e associazioni che si rifanno all’esperienza comunista e che non si “annetteranno” né “confluiranno” mai in qualcos’altro. Così, l’idea portata avanti da Procaccini è quella di “azzerare ogni cosa” e ricominciare daccapo, cioè da quel simbolo e dal quel nome che è stato l’inizio di tutto: il Partito Comunista d’Italia del 1921. E non certo per una questione di internazionalismo, ma per “aggirare” l’ostacolo della proprietà del simbolo del PCI, ancora saldamente nelle mani degli ex Ds, la sigla del nuovo partito sarà “PCdI”, scritta sotto la bandiera rossa con falce e martello sovrapposta al tricolore, ma con una “d” molto piccola tra la “C” e la “I” che fa la differenza, così come la frase che sovrasta l’insieme: “Ricostruire il partito comunista”. Il “nuovo” simbolo e lo Statuto, informa Procaccini sono stati registrati. Non resta che far partire “la campagna di tesseramento per il 2015” e la “caccia” a un giovane leader che si faccia interprete delle istanze della sinistra perché, secondo quanto si apprende, il 60enne segretario marchigiano sarebbe pronto a fare “un passo indietro” per far largo a una nuova generazione di comunisti. Un’iniziativa che “a dir poco stride”, si ironizza nel Pd, con l’idea del segretario Dem di dar vita al “partito della nazione”. (di Anna Laura Bussa/ANSA)