Missione Futura: Samantha, così ho salutato la Terra

Baikonur cosmodrome in Kazakhstan

ROMA. – Nuvole di fumo bianco che andavano e venivano davanti agli occhi, mentre dalla scaletta della rampa di lancio salutava genitori, amici e tutti coloro che l’avevano sostenuta nei due anni di addestramento: è questa l’immagine che per Samantha Cristoforetti rappresenta più delle altre il suo saluto alla Terra, il 23 novembre scorso, quando è partita per la Stazione Spaziale Internazionale. Nel primo collegamento con la stampa, organizzato presso l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), il racconto di Samantha Cristoforetti era carico di entusiasmo, mentre l’astronauta giocava a far ruotare il microfono nell’aria, ancora stupita dalla vita in assenza di peso. ”E’ stata un’emozione intensa dopo l’altra, in successione rapida”, ha raccontato. ”Quando ero sulla rampa per l’ultimo saluto prima di entrare nella Souyz ho visto venire verso di me del vapore bianco e freddo”, ha detto l’astronauta riferendosi ai vapori liberati dal combustibile criogenico del lanciatore. ”A tratti le persone che avevo davanti sparivano nascoste dal fumo, per poi riapparire. Era come se la Terra ci stesse salutando” e quel fumo che ci avvolgeva faceva pensare ad ”un abbraccio freddo e surreale”. E’ cominciato così il viaggio della prima donna italiana nello spazio, selezionata nel 2009 nel corpo astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). ”Il momento del lancio è stato davvero eccezionale”, dall’accensione dei motori all’arrivo in orbita alla prima sensazione di essere in assenza di peso. ”Il primo momento in cui ho visto la Stazione Spaziale eravamo alla distanza di 30 o 40 metri e una delle prime immagini che ricorso è stato il passaggio dal giorno alla notte: è un momento di transizione, pochi secondi appena prima che il sole scompaia sotto l’orizzonte. In quel momento tutta la Stazione Spaziale è diventata arancione”.

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