Artico: la Danimarca all’Onu, “il Polo Nord è nostro”

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NEW YORK. – La slitta di Babbo Natale batterà bandiera danese? A pochi giorni dalle feste, la Danimarca è diventato il primo Paese del mondo ad avanzare formalmente pretese sul Polo Nord e sulle immense risorse di energia che si nascondono sotto i suoi ghiacci. L’iniziativa del ministro degli esteri danese Martin Lidegaard mette la piccola nazione scandinava in rotta di collisione diplomatica con Stati Uniti, Canada, Norvegia e soprattutto con la Russia, che anche loro ambiscono a possedere parti dell’Artico limitrofe ai loro confini. L’anno scorso Ottawa aveva preannunciato una rivendicazione Onu sul Polo ma aveva chiesto tempo per presentare la documentazione. Materialmente la richiesta danese è stata fatta passare attraverso la rappresentanza permanente di Copenaghen all’Onu: l’idea è di annettere circa 900 mila chilometri quadrati di territorio a nord della Groenlandia al territorio nazionale. “Ci vorranno anni prima che la disputa sarà risolta ma per la Danimarca questo è un momento storico”, ha detto Lidegaard. L’Artico, gran parte del quale è finora in territorio neutrale, racchiude il 30 per cento delle risorse di gas naturale ancora inesplorato e il 15 per cento del petrolio della terra secondo le stime del Servizio Geologico degli Stati Uniti. Non sono solo ricchezze naturali: il controllo della regione consentirebbe alla nazione a cui fosse attribuito di esercitare pretese sulla “Northern Sea Route”, la rotta navale particolarmente ambita via via che i ghiacci del Polo si sciolgono per il global warming. La richiesta danese alla Commissione Onu sulla Piattaforma Continentale si basa su uno studio secondo cui la cresta Lomonosov, una catena sottomarina di 1.800 chilometri lungo cui si trova il Polo geografico, appartiene geologicamente alla Groenlandia, un territorio semiautonomo della Danimarca: tesi, questa, contestata da altri Paesi interessati allo sfruttamento delle risorse dell’Artico. Finora le relazioni tra gli stati potenzialmente coinvolti sono state cordiali ma di recente, anche alla luce della crisi in Crimea, sono emerse alcune frizioni: in marzo l’ex segretario di Stato Hillary Clinton ha chiesto a Usa e Canada di contrastare l’espansionismo russo sull’Artico dove Mosca “sta aggressivamente riaprendo basi militari” chiuse dai tempi della guerra fredda. (Alessandra Baldini/Ansa)

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