10 anni fa l’apocalisse tsunami, oggi ricordi e lacrime

Ten year anniversary tsunami

BANGKOK. – A dieci anni dalla peggiore catastrofe naturale dell’era moderna, oggi è il momento del ricordo. Dall’Indonesia allo Sri Lanka, i Paesi più colpiti dal disastroso tsunami del 26 dicembre 2004 hanno tenuto cerimonie per onorare le vittime di quell’apocalisse che causò oltre 230 mila morti dall’Asia all’Africa orientale, tra cui anche migliaia di turisti stranieri in un periodo di altissima stagione. Gli eventi commemorativi più imponenti si sono tenuti a Banda Aceh, la città indonesiana spazzata via dal maremoto come l’intera fascia costiera della provincia di Aceh, dove si concentrò quasi l’80 per cento delle vittime. Venti minuti dopo il terremoto di magnitudo 9,1 registrato nell’Oceano Indiano al largo della punta nord-occidentale dell’isola di Sumatra, onde alte fino a 30 metri penetrarono per chilometri sulla terraferma, portando con sé case, navi, alberi e persone, rendendo inoltre i campi incoltivabili per anni. Nella città, completamente ricostruita dopo aiuti per oltre 7 miliardi di dollari e l’impegno di centinaia di ong, il vicepresidente indonesiano Jusuf Kalla ha guidato la cerimonia tenutasi presso una delle fosse comuni in cui furono sepolte le vittime. “Migliaia di corpi furono sparsi in questo campo. Ci furono lacrime, e sensazioni di confusione, shock, dispiacere, paura e sofferenza”, ha detto Kalla. In precedenza, migliaia di persone – molte delle quali in lacrime – si sono riunite in preghiera presso la Grande moschea della città, uno dei pochissimi edifici che resistette all’onda assassina; nella due giorni di cerimonie, iniziata ieri e incentrata attorno al “Museo dello tsunami”, sono stati ringraziati anche i volontari e le decine di Paesi che contribuirono agli sforzi di ricostruzione. Altri eventi commemorativi si sono tenuti oggi in Sri Lanka e Thailandia, anch’essi duramente colpiti dal maremoto. Nell’isola a sud dell’India, dove morirono 31 mila persone, una cerimonia si è tenuta a bordo del treno che fu travolto sul lungomare a sud di Colombo; persero la vita oltre 1.700 passeggeri, in quello che diventò il più grave disastro ferroviario di sempre. Cerimonie di ricordo sono state organizzate anche nella provincia di Phang Nga e a Phuket, nel sud della Thailandia, dove lo tsunami causò la gran parte delle oltre 5 mila vittime registrate nel Paese: quasi la metà erano stranieri, turisti provenienti da 38 Paesi tra cui moltissimi occidentali. Tra di essi vi erano oltre 500 persone provenienti dalla Svezia, che oggi pomeriggio ha ricordato le sue vittime con una messa nella cattedrale di Uppsala. Il decimo anniversario della tragedia è stato anche un’occasione per fare il punto sui cambiamenti nelle zone colpite e sui progressi fatti nella prevenzione. Devastata dalla catastrofe, la regione di Aceh trovò da quel disastro la volontà di siglare accordi di pace per far terminare decenni di guerriglia di un movimento indipendentista. Lo tsunami “ci ha insegnato una lezione preziosa”, ha detto oggi a Banda Aceh l’imam Asman Ismail. “Oggi la gente vive in armonia, e non ci sono più combattimenti”, ha aggiunto. Quanto alla prevenzione, un imponente sistema di allarme è ora in piedi lungo 28 Paesi in tutto l’Oceano Indiano, dopo un investimento di 400 milioni di dollari per l’installazione di decine di sonde, sismometri e boe per captare scosse che potrebbero causare nuovi maremoti. L’impianto non è però mai stato testato in una vera emergenza, e c’è preoccupazione per i ritardi e le inefficienze nel sistema nell’allertare in tempo la popolazione su un territorio così esteso. (di Alessandro Ursic/ANSA)

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