L’Italia spaventa i tedeschi, Roma rischia il contagio

PADOAN VEDE SCHAUBLE, CRESCITA E LAVORO PRIORITA' PER UE

BERLINO. – I riflettori a Berlino sono tutti puntati su Atene, ma l’ansia per l’Italia fa capolino nelle riflessioni degli analisti. Se la Grecia uscisse dall’euro i mercati prenderebbero nel mirino l’Italia, e un paese così grande non è salvabile con il fondo Esm”, ha notato ad esempio il vicecapogruppo dei socialdemocratici Carsten Schneider. E il delegato alla Finanza per il partito ha calcolato che una uscita di Atene costerebbe oltre 30 miliardi ai tedeschi. Mentre uno dei saggi del consiglio economico tedesco, Lars Feld, ha paventato che l’opzione Grexit esporrebbe l’Italia a un “effetto contagio sul piano politico”: i danni dal punto di vista economico sarebbero limitati e l’euro resisterebbe, ma “i toni eurocritici” a Roma “diverrebbero di nuovo più forti”. Illazioni che il governo tenta di allontanare: “Non sono nella posizione di tenere un simposio con gli economisti”, ha replicato a riguardo il portavoce di Angela Merkel Steffen Seibert, l’esecutivo della cancelliera nega addirittura di cimentarsi con scenari ipotetici del genere. Tuttavia Seibert, che non ha confermato né smentito le voci raccolte da Spiegel secondo cui il governo riterrebbe gestibile l’uscita di Atene dalla valuta comune, l’eurozona sarebbe al riparo dal temuto effetto domino scatenato dall’eventuale uscita della Grecia. “Abbiamo una unione bancaria che dà sicurezza, un fondo di salvataggio”, ha elencato, “negli ultimi anni si è lavorato per rafforzare l’eurozona cha ha attraversato difficoltà evidenti. Le difficoltà di alcuni paesi hanno comportato dei rischi per altri. Abbiamo agito e siamo riusciti dal 2012 a creare dei meccanismi efficaci a creare fiducia e a poter mitigare gli effetti del contagio. Su questo si è fatto un bel passo in avanti”, ha spiegato Seibert. Il portavoce ha anche garantito che il governo tedesco è unito nella gestione del caso Atene, replicando così alle interpretazioni di chi ha sostenuto in questi giorni che il gabinetto fosse diviso. Ci si aspetta che, “comunque si posizioni, la Grecia rispetti quanto concordato con l’Ue. L’Obiettivo resta quello di mantenere Atene nell’Eurozona”, ha affermato dal canto suo il vicecancelliere, Sigmar Gabriel secondo il quale però a questo punto l’eurozona “non è più ricattabile”. Non tutti si mostrano così sicuri. “L’uscita della Grecia dall’euro comporterebbe rischi considerevoli, soprattutto per la Grecia, ma anche per il resto dell’eurozona”, ha detto l’economista Clemens Fuest, capo del centro per la ricerca economica europea, al Rhenisce Post, sostenendo di “preferire che Atene rimanga nella moneta unica e continui gli sforzi per le riforme”. “Crediamo tutti che gli effetti dell’uscita della Grecia siano dominabili, ma nessuno lo sa, l’effetto domino potrebbe essere enorme perché altri Paesi potrebbero pensare di uscire”, è la posizione di Holger Sandte della Nordea-Bank. (di Rosanna Pugliese/ANSA)