Renzi chiude il semestre italiano, da Parigi nuova identità Europa

Renzi and Merkel in Milan

STRASBURGO. – Gli attentati di Parigi sono una ferita ancora aperta e lacerante ma dal segnale che l’Europa ha saputo dare, una volta tanto unita, fisicamente schierata contro il terrorismo e la paura, può partire una riflessione sulla vera anima di Bruxelles, che non è e non deve essere solo economica. Parte dalle stragi che hanno traumatizzato la Francia e l’Europa il discorso di Matteo Renzi che chiude il semestre europeo a guida italiana. Puntando però sul futuro e sulla possibilità che l’Europa può avere di riannodare i fili di un legame usurato da troppa burocrazia. Se al vertice europeo di febbraio, che si è deciso di dedicare alla lotta al terrorismo, i 28 sapranno dare una risposta unitaria e concreta, avranno una chance per non deludere quei due milioni di cittadini che li hanno applauditi senza riserve, vedendoli sfilare sotto braccio in silenzio per le strade di Parigi. Un’identità europea rafforzata è quella che può rinascere dalla dura ferita francese, in grado di mettere a tacere gli euroscettici, in prima fila a Strasburgo a chiedere la chiusura delle frontiere e misure più dure per contrastare l’immigrazione. Primi fra tutti Matteo Salvini, che ha già convocato per la fine dell’intervento del premier una conferenza stampa congiunta con Marine Le Pen “per smontare l’ipocrita Europa della sinistra”. E ad ascoltare il premier ci sarà anche Beppe Grillo. Per questo Renzi punta sull’identità europea, da raggiungere anche attraverso interventi concreti per far uscire cittadini dalla palude della disoccupazione. Tornando a ribadire l’importanza della flessibilità, ma ricordando anche che l’Italia intende rispettare i patti. Anche perché, come ha detto oggi Padoan, “il debito italiano è totalmente sotto controllo”. Il discorso del premier, pronunciato in un momento cruciale per la tenuta del suo governo impegnato da qui a fine mese nella staffetta Italicum-Riforme istituzionali-Quirinale, punta però soprattutto sulla concretezza. E sui risultati ottenuti, per mettere a tacere chi, soprattutto in casa, lo accusa di aver condotto un semestre senza sostanza. Per questo Renzi, che sarà accompagnato dal sottosegretario Sandro Gozi, nel suo discorso ribadisce il primo risultato, più volte rivendicato, che l’Italia è riuscita a mettere a segno: dare una sterzata importante al dibattito europeo che ha sensibilmente virato sui temi della crescita e dell’occupazione. Tanto che stasera da Bruxelles arrivano conferme sull’apertura di margini sui conti per chi fa le riforme: sono contenute nelle linee guida sulla flessibilità che la Commissione Ue sta limando in queste ore per presentarle domani proprio a Strasburgo. Ma non solo. Renzi ha stilato anche un bilancio delle cose fatte, dal passaggio da Mare Nostrum a Triton, con il riconoscimento che le coste sono frontiere ‘comuni’, all’accordo sul clima e l’energia, fino ad una serie di iniziative per contrastare l’Isis. Solo appunti per un discorso che, come sempre, intende pronunciare a braccio. Ma il discorso di Strasburgo fissa una data molto importante anche per l’Italia. Prima di partire per Strasburgo Renzi è salito al Colle, per un colloquio con il presidente Giorgio Napolitano, che dopo la chiusura del semestre europeo ufficializzerà il suo addio. (dell’inviata Paola Tamborlini/ANSA)