Bufera al NyTimes, censura la nuova copertina di Charlie Hebdo

Spanish newspaper publishes cover of the French satirical magazine Charlie Hebdo

NEW YORK. – Bufera al New York Times: il più influente quotidiano americano ha censurato la nuova copertina del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, che raffigura un Maometto in lacrime con in mano il cartello “Je Suis Charlie”. Una decisione giustificata dal direttore Dean Baquet “perché le immagini del Profeta offendono la maggior parte dei musulmani”, ma che si è attirata le critiche della “Public Editor” Margaret Sullivan: “Il valore di notizia della vignetta avrebbe dovuto prevalere”. La nuova copertina ha diviso i media Usa mentre alcuni commentatori in rete sono arrivati a insinuare che la faccia di Maometto, se viene vista capovolta, evoca nella sagoma i genitali maschili. E’ stata un po’ una scelta di campo. Il Wall Street Journal di Rupert Murdoch l’ha stampata (“Sono orgogliosa di noi”, ha commentato sul suo blog la columnist ed ex speechwriter di Ronald Reagan Peggy Noonan”), mentre New York Post e Daily News, i due tabloid rivali, hanno pubblicato all’unisono al stessa foto di un lettore parigino con in mano l’ultimo numero del settimanale satirico. Luce verde all’immagine anche sul Washington Post che l’aveva anche postata sul sito online: “Non viola i nostri standard”, ha spiegato il direttore Martin Baron: “Per farlo sarebbe dovuta essere deliberatamente e ingiustificatamente offensiva”. Ben diversa e intransigente la linea del New York Times che si é limitato a “linkare” la nuova copertina per come appare sulla prima pagina del quotidiano francese “Liberatión”. La Sullivan, nel suo incarico di garante dei lettori, aveva già stigmatizzato la scorsa settimana l’autocensura che il quotidiano si era imposto dopo le stragi parigine. Adesso é tornata alla carica: “Abbiamo fatto un disservizio ai lettori”, nel non pubblicare, ma solo descrivendo a parole, la vignetta che raffigura il Profeta che piange sotto la didascalia “Tutto é perdonato”. “Posso capire perché il Times dopo le stragi non abbia stampato le immagini più incendiarie di Charlie Hebdo”, ha scritto la “Public Editor” indicando, tra le preoccupazioni di Baquet, anche quelle “non insignificanti” per i corrispondenti all’estero del quotidiano. Però il ragionamento non tiene: “La nuova copertina può disturbare le sensibilità di una piccola percentuale dei nostri lettori, ma non é scioccante né gratuitamente offensiva e ha un significativo valore come notizia”, ha scritto la Sullivan: “Non avremmo dovuto costringere i lettori del Times ad andare altrove per trovarla”. (Alessandra Baldini/Ansa)

 

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