Crescono le ombre sul “suicidio” del pm anti-Kirchner

Proteste in Argentina

BUENOS AIRES. – Vacilla la tesi del suicidio di Alberto Nisman, il pm che aveva accusato la presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner di aver insabbiato la “pista iraniana” per l’attentato antiebraico del 1994 a Buenos Aires, che provocò 85 morti e 200 feriti. Mentre governo e opposizione si lanciano accuse incrociate di complotti sulla misteriosa morte – che ha causato scalpore e perfino proteste di piazza nel paese – Viviana Fein, responsabile dell’inchiesta sulla morte di Nisman, ha rivelato che le analisi effettuate sul corpo dell’uomo non hanno rilevato tracce di polvere da sparo sulle mani. Accanto al cadavere di Nisman è stata trovata una pistola calibro 22 e un bossolo: secondo i risultati dell’autopsia, la pallottola ritrovata nel cervello del pm corrispondeva a questa arma. La Fein ha comunque precisato che “questo non vuol dire che non sia stato Nisman a sparare”, perché “una calibro 22 non è un’arma di guerra, il che fa sì che molte volte lo scanning elettronico non dia un risultato positivo”. D’altra parte un rappresentante della comunità ebraica che conosceva Nisman ha raccontato che nell’appartamento del pm i parenti hanno ritrovato una nota indirizzata alla sua domestica, con una lista della spesa da fare lunedì, ossia il giorno seguente del presunto suicidio del giudice. E mentre Fein prosegue le sue indagini, ordinando la perquisizione dell’ufficio di Nisman e interrogando l’ex moglie e gli agenti della scorta, Kirchner ha pubblicato una lunga lettera su Facebook nella quale ha sollevato interrogativi inquietanti sulla morte del pm, insinuando che nel caso c’è stata un’ingerenza di settori deviati dei servizi segreti e del quotidiano Clarin, arcinemico del suo governo. Gli stessi dubbi sono stati ripresi oggi dal suo capo di gabinetto, Jorge Capitanich, che ha chiesto che si stabilisca “se sono esistite minacce e se queste provenivano dagli agenti dell’intelligence argentina, di quella attuale o di quella rimossa, oppure straniera”, in riferimento ai massimi responsabili dei servizi segreti, sostituiti da Kirchner lo scorso dicembre. La tesi del “suicidio indotto” lanciata del governo è ripresa pari pari dall’opposizione, ma in senso inverso: la deputata Patrica Bullrich ha annunciato che convocherà in Parlamento il ministro della Sicurezza, Sergio Berni, per stabilire se effettivamente, come è stato scritto, è entrato nell’appartamento di Nisman prima della Fein, e chiedergli i motivi di questo comportamento “che costituisce un abuso delle sue funzioni”. La morte misteriosa di Nisman, poche ore prima della sua comparizione in Parlamento per spiegare in dettaglio le sue accuse contro Kirchner e altri suoi collaboratori, ha scatenato proteste a Buenos Aires, malgrado la capitale sia quasi deserta a causa delle ferie estive: centinaia di persone sono sfilate per chiedere giustizia, agitando cartelli con la scritta ‘Todos somos Nisman’, oppure ‘Yo soy Nisman’, sulla falsariga del ‘Je suis Charlie’ nato dopo gli attacchi jihadisti a Parigi.

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