Maduro, aumento dei salari e nuova struttura di controllo dei cambi

CARACAS – L’ennesima denuncia di un presunto tentativo di “golpe” economico,   l’annuncio di una nuova struttura del controllo dei cambi e di un nuovo incremento dei salari, l’ammissione della necessità dell’aumento della benzina. Il presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, ha tracciato per sommi capi il bilancio di un anno di governo (2014) e ha indicato l’indirizzo che seguirá la politica economica del Paese. Nessun colpo di timone, nessun giro di 360 gradi. Chi si attendeva un’inversione di rotta è rimasto deluso. Comunque, il capo dello Stato, ha ammesso che la crisi del Paese è grave, ha assicurato che si riuscirà a recuperare la crescita e ha promesso che migliorerà la qualità di vita del venezuelano.

Il presidente Maduro ha affermato che dal 1999 al 2014, le ricchezze del paese si sono quintuplicate e, dopo aver annunciato l’aumento del 15 per cento del salario minimo e la creazione di nuove “Misiones” (ammortizzatori sociali di varia indole), ha sostenuto che la realtà del Venezuela impone un incremento razionale del prezzo della benzina. Ha invitato quindi i venezuelani ad un deibattito nazionale sul tema.

Il presidente Maduro ha ammesso che il Paese dipende dalla valuta che riceve grazie alla vendita del petrolio e ha annunciato una nuova struttura destinata, a suo dire, a rendere più dinamico e razionale il mercato della valuta. Ha assicurato che il tasso di cambio 6:30 bolìvares per dollaro resterà invariato  mentre i mercati Sicad 1 e 2 verranno unificati. Non è stato detto quale sarà il tasso di cambio iniziale nè chi vi potrà avere accesso. Infine, ha annunciato una specie di mercato libero, al quale potrà accedere chiunque (privato e pubblico) e che si muoverà d’accordo alla domanda e l’offerta.

Ha ribadito, quindi, che la “rivoluzione” bolivariana andrà avanti, vento in poppa.

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