Cristina Kirchner in tv: “Caso Nisman ultimo capitolo di un complotto”

Argentinian Metallurgical Industry Association Congress
BUENOS AIRES. – Cristina Fernandez de Kirchner scende in campo direttamente e accusa i servizi di intelligence di tramare contro il suo governo e contro di lei. A otto giorni dal ritrovamento del corpo di Alberto Nisman, il magistrato che l’accusava di voler insabbiare le accuse agli iraniani imputati per l’attentato antiebraico del 1994, la presidente argentina è comparsa in televisione per un discorso di un’ora trasmesso a reti unificate. Ha denunciato di essere vittima di un complotto destabilizzante, di cui la morte in circostanze ancora non chiarite di Nisman sarebbe solo l’ultimo capitolo, avvertendo che le “minacce” e i “ricatti” non la “smuoveranno di un millimetro”. Nella sua prima apparizione pubblica dalla morte del magistrato – vestita interamente di bianco e seduta su una sedia a rotelle, per una caviglia slogata – Kirchner ha detto che dopo la firma, nel 2013, di un accordo con Teheran sugli imputati iraniani per l’attentato contro la società Amia (85 morti), il servizio di intelligence (Side) ha cominciato ad orchestrare manovre contro il suo governo e contro di lei personalmente. “Personale di questi servizi di informazione hanno cominciato praticamente a bombardare l’accordo, mentre fioccavano in modo insolito denunce contro la presidenta ad un ritmo vertiginoso”, ha aggiunto, elencando le inchieste giornalistiche sul suo patrimonio personale e sulle “montagne di euro e di dollari” di cui disporrebbe. Per porre fine agli abusi della Side – dopo aver licenziato a dicembre il suo uomo forte, Antonio Stiusso – Kirchner ha annunciato una riforma che ne prevede lo scioglimento e la sua sostituzione con un altro organismo, con le stesse funzioni ma un vertice soggetto al vaglio del Senato. La competenza in materia di intercettazioni telefoniche passerebbe alla Procura generale, attualmente in mano a una kirchnerista di ferro. In un’ora di discorso la “presidenta” si è riferita alla morte di Nisman – trovato nel bagno del suo appartamento con un colpo alla testa – solo dopo 30 minuti, parlando di un assassinio, e principalmente per dare addosso a Diego Lagomarcino, il collaboratore del pm, incriminato che gli aveva procurato l’arma che poi lo ha ucciso. Kirchner ha segnalato che non solo Lagomarcino è un “feroce oppositore” del suo governo, che la insulta personalmente su Twitter, ma ha anche un fratello che è responsabile informatico di un’azienda che lavora con il gruppo Clarin, arcinemico del governo, e inoltre risulta che abbia presentato una richiesta di passaporto il giorno stesso in cui Nisman ha presentato la sua denuncia-shock. L’intervento della presidente ha scatenato polemiche di ogni tipo. L’opposizione ha respinto la proposta di riforma dei servizi, segnalando che, se il progetto venisse approvato rapidamente dal Parlamento – dove il governo può contare su una maggioranza comoda – i vertici del nuovo organismo sarebbero nominati prima delle elezioni presidenziali di ottobre, e dunque verrebbero ereditati dal futuro governo, qualsiasi esso sia, per la quasi totalità del suo mandato. C’è poi chi segnala che a più di una settimana dalla morte di Nisman non ha ancora espresso il suo cordoglio alla famiglia del magistrato, e molti si stupiscono della vastità del complotto denunciato da Kirchner, del quale farebbero parte, oltre ai servizi, anche “gruppi di procuratori e di giudici, giornalisti e mezzi di disinformazione”.

Lascia un commento