L’Italia guardi alla Grecia e faccia lobby con il Sud

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VENEZIA. – L’Italia può allentare l’abbraccio mortale dei vincoli dell’Ue seguendo la strategia di rinegoziazione del debito che la Grecia ha inaugurato con Tsipras. E magari dare vita, sull’esempio dell’America Latina, a una lobby di Paesi del sud del continente in grado di riscrivere, ad armi pari, le regole del gioco. In alternativa l’unica strada non può che essere quella di far saltare il ‘tavolo’ con l’uscita dall’euro. Ne è convinta Naomi Klein, a Venezia per promuovere, a 16 anni da “No Logo”, il suo nuovo lavoro “Una rivoluzione ci salverà: perché il capitalismo non è sostenibile” edito da Rizzoli. L’attivista canadese, 44 anni, alla parola decrescita felice, tanto cara a Latouche, storce il naso. “E’ un termine troppo generico – spiega -. Preferisco parlare di economia strategica perchè decrescita fa pensare che tutto debba avere una contrazione, mentre invece ci sono aree in cui dobbiamo crescere tantissimo. Penso alle energie rinnovabili, le professioni mediche, le istruzioni, le arti”. Guarda all’Europa come ad un’area in fermento: “stanno cambiando i rapporto di forza: la Grecia è in un momento di svolta – sottolinea – in Spagna Podemos riesce a portare in piazza migliaia di persone che sostengono le scelte della Grecia e dicono ‘vogliamo lo stesso'”. La svolta non può che venire, per Klein, dalla strada inaugurata da Tsipras con la messa sotto esame della legittimità del debito. “L’Unione Europea deve assolutamente cambiare le sue regole del ‘o tutto o niente’ perché è un messaggio antidemocratico – ripete – che suscita esclusivamente una sensazione di impotenza”. Ma la Grecia nella sua battaglia con il gigante Ue non deve essere lasciata sola. “E’ un Paese piccolo e da solo non ce la può fare a trainare il cambiamento – rileva -. Credo che ci sarà una grande ripresa dei movimenti contrari all’austerity anche in Italia”. Il tema della crescita e dell’economia legata al petrolio, viene continuamente messo in gioco quando si parla di Italia e Grecia senza che si colga, per Klein, l’ironia nella situazione attuale. “Il miglior esempio della efficacia della transizione energetica viene dalla Germania, che più di tutti ha spinto per le misure del rigore – commenta – eppure è riuscita a fare un cambiamento veramente profondo e oggi una percentuale tra il 20-25% dell’elettricità è prodotta da energie rinnovabili. Cominciamo dunque a dire ai tedeschi: abbiamo smesso di ascoltare i vostri consigli: d’ora in poi faremo quello che fate, non quello che dite”. La scrittrice, alla sua prima visita a Venezia, non vuole indicare una ricetta di sviluppo sostenibile per la città lagunare, simbolo mondiale del rischio ambientale. “Non mi sento qualificata per rispondere – si schermisce – .Questa sera incontrerò persone da cui voglio imparare di più”. Però sul Mose e sulle tangenti che hanno accompagnato le opere di salvaguardia della laguna ha un’idea ben precisa. “Ho letto molto sugli scandali di corruzione legati al Mose e mi sembra che questo sia un esempio perfetto del perché dobbiamo cambiare sistema – conclude -. Qui c’è la necessità di ripulirsi da tutti i punti di vista, non solo da quello ambientale. Bisogna ripulire anche la politica”.  (di Rosanna Codino/ANSA)

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