Isis: denuncia shock dell’Onu, bimbi crocifissi e sepolti vivi

Yazidi refugee camp

BEIRUT/AMMAN. – Uccisi, torturati, violentati, in alcuni casi sepolti vivi, decapitati e crocifissi: è il destino toccato a un numero imprecisato di minori iracheni, tra cui bambini, vittime delle violenze dei jihadisti dello Stato islamico (Isis). La denuncia è arrivata dal Comitato dell’Onu per i diritti del minore, che punta il dito anche contro le milizie sciite irachene filo-iraniane che arruolano minori e li costringono a imbracciare le armi e partecipare alla guerra in corso. Questo mentre la Giordania “non esclude” la possibilità di inviare truppe speciali di terra per operazioni contro l’Isis dopo la barbara uccisione del pilota giordano. La notizia, non confermata, fa seguito ad un’altra, anch’essa impossibile per ora da verificare, data ieri da account Twitter vicini ai Peshmerga curdi, secondo cui l’aviazione giordana avrebbe bombardato postazioni dell’Isis a Mosul, nel nord dell’Iraq, uccidendo 55 jihadisti. Intanto Re Abdallah di Giordania ha visitato stamani la famiglia del 26enne Kassasbe a Karak, il luogo di origine del pilota. Poco prima, alcuni jet avevano sorvolato la città di ritorno da un raid su un obiettivo non specificato, forse proprio Mosul. E dal governo di Amman è giunta la conferma che caccia hascemiti hanno bombardato obiettivi dell’Isis in Siria e in Iraq nell’ambito dei raid della Coalizione guidata dagli Usa. Proprio i bombardamenti della Coalizione hanno ucciso lo scorso 28 dicembre – ma la notizia si è avuta solo oggi – circa 60 persone, per lo più civili, nel nord della Siria in una zona controllata dall’Isis. Il centro di documentazione delle violazioni in Siria (Vdc) ha diffuso un dettagliato rapporto, citando diversi testimoni oculari, sul bombardamento aereo compiuto ad al Bab, a est di Aleppo, su un edificio usato dall’Isis come prigione per detenuti “colpevoli di reati minori”. Si tratta di civili siriani, per lo più sunniti, tra cui si contavano anche minori e bambini. I testimoni escludono che si sia trattato di un bombardamento dell’aviazione di Damasco perché gli aerei volavano a quota assai più alta e producevano un rumore diverso dai jet del regime siriano. Il Comando centrale americano, responsabile di dirigere le operazioni della Coalizione internazionale anti-Isis, non conferma sul suo sito che vi siano stati bombardamenti su al Bab il 28 dicembre scorso. Al momento del raid, si legge nel rapporto, circa 90 persone tra cui una decina di jihadisti, erano nell’edificio, che risale all’epoca del mandato francese ed è stato trasformato dall’Isis nel centro di reclusione. Il bombardamento è avvenuto dopo il tramonto, poco prima delle ore 20 locali. Finora, afferma il Vdc, sono stati ritrovati una cinquantina di corpi, mentre 10 persone risultano ancora disperse. I testimoni raccontano di un bombardamento eseguito con due missili. Il primo ha colpito il tetto e la protezione posta dall’Isis. Il secondo è penetrato nello stesso punto distruggendo l’intero edificio. I miliziani dell’Isis hanno subito eretto cordoni di sicurezza attorno al luogo del raid e non hanno lasciato riprendere filmati o fare foto. Il Vdc pubblica nel rapporto una delle rare immagini dell’edificio raso al suolo. (di Lorenzo Trombetta/ANSA)

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