Pazza Inter, dove sei finita?

 triplete

CARACAS – “Lo sai per un gol, io darei la vita, la mia vita” sono le prime parole dell’inno ‘Pazza Inter’ che risuona ogni weekend a San Siro quando gioca l’Inter. Il gol sembra essersi smarrito dai piedi dei bomber nerazzurri.

Domenica scorsa è arrivata la seconda sconfitta consecutiva in campionato per l’Inter di Mancini. Dopo la beffa di domenica scorsa contro il Torino in casa, sono arrivati anche i 3 gol che il tridente tutto italiano (Zazza-Sansone-Berardi) di Di Francesco ha rifilato al povero Handanovic. Per la prima volta il Sassuolo batte l’Inter e la contestazione dei tifosi a fine partita fa entrare il mondo Inter nel caos.

Si può giocare male, si può perdere, si possono avere delle difficoltà durante i novanta minuti; “si può perdere tutto fuorché la dignità” diceva un certo Mourinho pochi anni fa. Ecco, la dignità. I tifosi – se vogliamo chiamarli tifosi – che al sessantesimo cominciano a cantare “fuori le p…, tirate fuori le p…” e che, soprattutto, a fine gara rifiutano la maglia di Icardi e Guarin, non hanno la dignità. Ci sono delle difficoltà, questo è sotto gli occhi di tutti: la squadra è lenta, il gioco non è fluido e la difesa fa acqua da tutte le parti. Per capire meglio la situazione della compagine nerazzurra abbiamo contattato diversi giornalisti italo-venezuelani.

“Penso che il problemma dal´Inter è lo stesso del calcio italiano. Ci sono più giocatori stranieri, che italiani. E’ un problemma di stuttura, perché non c’è fiducia nel settore giovanile, senza dimenticare l’aspetto finanziario. Non si investe nei talenti giovanni, e l’Inter non è l’eccezione: della squadra primavera che ha vinto la Champions League nel 2012 con Stramaccioni, non c’è nessuno in prima squadra o in Italia, che io ricordi. Non c’è continuità. Credo che le squadre sono obligate a cercare i nuovi talenti nella serie B, com’è il caso di Immobile (passato dal Pescara al Torino, adesso in forza al Borussia Dortmund, ndr) e Verratti (che dal Pescara ha fatto il salto in Ligue 1 senza passare dalla serie A, ndr)” – spiega  Antonino Cittadino, giornalista di Venevisión, aggiungendo – “La situazione all’Inter è gravissima, così come accade nel Milan. Della squadra nerazzurra, che nel 2010 si è laureata campione d’Europa non resta nessuno. Il ciclo vincente e il progetto è sparito da un giorno all’altro. In quella rosa, gli unici italiani titolari erano Marco Materazzi (4 presenze in Champions) e Thiago Motta (5 caps ed 1 rete segnata, ndr), gli altri erano tutti stranieri. Poi in panchina c’erano Francesco Toldo, Paolo Orlandoni, Giulio Donati, Mario Balotelli (8 presenze ed una 1 rete) e Davide Santon (1 presenza).  Mancini ha già dimostrato di essere un cittì vincente, ma questa volta sarà difficile con una squadra non all’altezza e non credo che in Europa League arrivi lontano, almeno stando agli ultimi risultati visti in campionato. I neroazzurri vogliono arrivare fino in fondo in Europa League, così come tutte le squadre italiane (da ricordare che in questa stagione la vincente approderà alla Champions League, ndr) .”

Per saperne di più, abbiamo chiesto il parere a Gerardo Riccardi, voce storica delle telecronache dei mondiali in Venezuela.

“La crisi dell’Inter è più di risultati che di squadra, alla compagine nerazzurra gli manca il gol. Io ho visto diverse gare della squadra allenata da Mancini e posso dirti che creano tante occasioni da rete ma non riescono a mandare la palla dentro, appena risciranno ad ingranare una scia di almeno due vittorie, vedrai che si rialzeranno e saranno nuevamente l’Inter di sempre. – spiega il giornalista italo-venezuelano, aggiungendo – L’Inter ha un buon allenatore (Mancini), degli ottimi giocatori ed un presidente che ha i soldi, in poche parole il mix perfetto per essere vincenti. Ma sai che non basta avere un’ottima squadra per vincere, le vittorie fanno parlare di te in maniera positiva. Poi questo fine settimana c’é stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, il rifiuto delle maglie da parte dei sostenitori andati in trasferta a seguire i propri beniamini. Si sa che la tifoseria interista è abbastanza esigente e poi i nostri colleghi in Italia non aiutano tanto. Basta un mezzo passo falso e scatta la parola crisi”.

Alla domanda se il vero colpevole era Mazzarri ci dice: “Il problema di Mazzarri è che è un allenatore che rischia poco, e questo lo ha condizionato durante la sua gestione a Napoli e poi all’Inter. Mentre Mancini è un allenatore che mi piace tanto, ha un’ampia esperienza a livello internazionale ed é anche vincente”.

Prima della gara con il Sassuolo, un noto quotidiano sportivo pubblicava che il match con i neroverdi sarebbe stato come una sorta di ultimo treno per la corsa verso l’Europa. Dopo il 3-1, l’impressione è che l’Inter di Mancini debba ancora raggiungere la stazione mentre il treno è partito da un pezzo, visto il passo dei nerazzurri: l’Europa League è lontana otto punti, il ‘Mancio’ ha messo insieme due vittorie in dieci partite, una in più (nelle stesse gare) del Parma ultimo in classifica.

All’asciutto da tre partite di fila, i neroazzurri hanno smarrito la via del gol (così come dice il collega Riccardi) e appesantito la differenza reti: 15 gol subiti contro 13 segnati in dieci uscite.

Inchiodata al dodicesimo posto a quota 26, la distanza dalla Juve capolista è di 24 punti: stessa situazione del 2000-01, quando dopo 21 turni i nerazzurri annaspavano a -23 dalla Roma di Capello. Era l’Inter di Tardelli, arrivato in corsa al posto di Lippi, era l’Inter dello 0-6 nel derby con il Milan. Nonostante tutto, quella squadra arrivò quinta e centrò la qualificazione alla Coppa Uefa; oggi, però, la risalita si è fatta ripidissima: lo stesso Sassuolo ha superato i nerazzurri in classifica.

La media dell’Inter manciniana è di un punto a partita, la forbice con quella di Mazzarri (1,45) si allarga sempre di più, il passo è da retrocessione (4 sconfitte in 10 gare). Paradosso, sì, ma fino a un certo punto: i punti di vantaggio sul Chievo terzultimo sono otto, esattamente come quelli che separano i nerazzurri dall’Europa. I gialloblù, nelle ultime 10 gare, hanno una media punti (1,3) migliore dell’Inter attuale.

Vittorio Fioravanti, personaggio molto legato al campionato di Serie A, storici sono i suoi almanacchi illustrati sui diversi campionati sportivi, alla domanda sulla crisi dell’inter ci responde: “Penso che all’Inter il problema sia generale, passando dalla clase dirigente fino ai giocatori; adesso bisognerà vedere se Mancini è capace di far risalire la squadra. In quest’occasione la situazione è ben diversa rispetto a quella della sua prima gestione, allora c’era il caso calciopoli e molte squadre erano penalizzate e la Juve era stata spedita in serie B. In più l’Inter ha anche il problema che ci sono molti stranieri in rosa. L’Inter dovrebbe riprendersi, i nerazzurri dovrebbero rialzare la china anche per dare una migliore immagine della città in vista dell’Expo che quest’anno si svolgerà a Milano. Mancano tante giormate al termine del campionato, alla fine sicuramente saranno in zone migliori rispetto a quelle attuali”.

Oltre ai tre volti del giornalismo sportivo, abbiamo dato spazio ad alcuni tifosi, Vito De Lucia mentre sorseggia un caffe a Sabana Grande comenta: “Cambiare allenatore a stagione in corso alcune volte non è positivo com’è il caso dell’Inter. Penso che il cambio di panchina da Mazzarri a Mancini ha messo in mostra le carenze della compagine nerazzurra. Neanche l’arrivo di nuovi giocatori, che hanno bisogno di tempo per adattarsi ai meccanismi della squadra, è positivo. Ma penso che con l’arrivo di Mancini la squadra possa far bene in vista della prossima stagione quando sicuramente la ritroveremo ai vertici della Serie A. L’uscita dalla Coppa Italia? Era prevedibile. Sfidavano i campioni in carica della competizione (il Napoli, ndr), que ha messo in difficoltà l’Inter non solo quest’anno ma anche nelle stagioni precedenti. E’ molto probabile, che tra un mesetto la situazione sarà ben diversa, ma come ho detto in precedenza, l’Inter migliore la vedremo l’anno prossimo”.

Dal canto suo, Jorge Andrés Hindoyan D’Angelo, tifosissimo della nostra serie A, ci spiega: “Penso che l’Inter sia in cattive acque da tutti I punti di vista. E’ una squadra che ha carenze di idee, alcuni dei suoi giocatori funzionano a sprazzi e poi i nerazzurri da quasi tre stagioni hanno delle severe lacune in difesa. La nuova amministrazione ha messo a segno dei colpi di mercato all’impazzata, rinforzando l’attacco invece di coprire i vuoti nel reparto difensivo. Poi a tutti i problemi tecnici si aggiungono anche i rapporti tesi tra tifosi e giocatori, come abbiamo viso domenica con Icardi, che pensa più a i social network che a giocare. Senza dimenticare lo  spogliatoio, vedi caso Osvaldo. Con tutti questi problemi non può uscirne fuori niente di positivo, poi c’è anche da aggiungere che l’Inter non dedica risorse per coltivare il talento delle giovani promesse italiane”.

Gran parte degli interpellati pensano che la squadra nerazzurra sia tutta da rifondare, ma si sa che il calcio è come la vita: “ci sono giornate positive e giornate negative”, e i tifosi interisti incrociano le dita sperando di rivedere la ‘pazza Inter’ e gridare in coro come recita il loro inno: “Nerazzurri noi saremo qui, nerazzurri pazzi come te. Nerazzurri, non fateci soffrire ma va bene, vinceremo insieme!”. Vincere come nella stagione 2009-2010, quella del triplete. (Fioravante De Simone/Voce)

 

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