L’Unione Europea allunga la lista delle sanzioni e dà 7 giorni alla Russia

MERKEL-HOLLANDE DA PUTIN, SI CERCA PACE MA CONFINE NON CAMBIA

BRUXELLES. – Il tentativo di Angela Merkel e Francois Hollande di rivitalizzare l’accordo di Minsk e far scattare una de-escalation “merita una chance” ed ha “il sostegno unanime” dell’Unione europea. E’ su questa base che i ministri degli esteri oggi hanno deciso di confermare l’allungamento della ‘black list’ per 19 individui (tra i quali, secondo alcune voci, anche il viceministro della difesa russo) e per 9 ‘entità’, ma anche di sospendere fino a lunedì prossimo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale che le mette praticamente in atto. Ma se andrà male, sarà il vertice di giovedì a trarne le conseguenze, con la possibilità di nuove dolorose sanzioni economiche. Un altro gesto di buona volontà europea che arriva da Bruxelles, proprio mentre la Cancelliera tedesca incontra il Presidente Obama a Washington e quasi tutti gli europei sono nettamente contrari all’ipotesi di rifornire l’esercito di Kiev di armi d’attacco, come invece vorrebbero fare gli Stati Uniti. Contraria anche Londra, sempre dalla parte dei ‘falchi’ americani finché si è parlato di sanzioni a Mosca: “Non intendiamo fornire armi in questa fase”, dice il capo del Foreign Office, Philip Hammond. Mentre Paolo Gentiloni sul tema esclude cambi di linea dell’Italia. Il nostro paese “non condividerà né oggi né domani la risposta di chi scommette sulla opzione militare”, dice il capo della diplomazia italiana. Tra i ministri degli esteri, al di là delle dichiarazioni ufficiali, “non c’è molto ottimismo” per il negoziato di mercoledì in ‘formato Normandia’, riferiscono fonti europee. D’altra parte è ancora tutt’altro che garantito persino che l’incontro si tenga, come indicano tanto il tedesco Frank-Walter Steinmeier quanto il francese Laurent Fabius. “C’è ancora un lavoro molto duro da fare”, conferma il ministro tedesco, mentre il suo collega francese spiega che non basta arrivare ad un accordo a parole sul cessate-il-fuoco, ma anche sul ritiro verificabile delle armi pesanti, sulla creazione di una fascia smilitarizzata, sul modo per assicurare il rispetto delle frontiere (con i separatisti che ad esempio vorrebbero eventualmente caschi blu russi) e “sullo status giuridico” del Donbass e di Lugansk. Il tutto “tenendo conto” dell’avanzata dei filorussi. La prima valutazione del risultato sarà fatta già giovedì nel vertice informale UE che avrà sul tavolo anche i dossier Grecia e antiterrorismo (per il quale Mogherini invita gli stati a dare seguito alle decisioni di maggiore cooperazione e intanto annuncia l’avvio di più consultazioni di sicurezza con Turchia e Arabia Saudita, ma anche con altri paesi in Medio Oriente, nordafrica e Sahel). E se praticamente tutti gli europei sono contrari ad attizzare l’incendio ucraino con la vendita di armi, viceversa – avverte il ministro Gentiloni – se fallirà il tentativo di Minsk anche paesi come l’Italia, la Francia e la Germania “che hanno puntato finora sul doppio binario della fermezza e del negoziato” con la Russia, “saranno costretti ad una riflessione” sulle sanzioni economiche. Che inevitabilmente innalzerebbero il livello dello scontro tra Europa e Russia. (di Marco Galdi/ANSA)

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