Giorno del ricordo: Mattarella, sanata una ferita profonda

MATTARELLA: 'SARO' ARBITRO IMPARZIALE, MA I GIOCATORI AIUTINO'

ROMA. – Un giorno per non dimenticare quanto accaduto nel secondo dopoguerra al confine nordorientale dell’Italia, per non tacere sui massacri delle foibe e sull’esodo di istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre. Un appuntamento annuale, quello del 10 febbraio, istituito nel 2004 dal Parlamento, e che, osserva il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “ha contribuito a sanare una ferita profonda nella memoria e nella coscienza nazionale”, perché “per troppo tempo le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati con la tragedia delle foibe e dell’esodo hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia”. Una memoria ritrovata, dunque, di cui bisogna fare tesoro perché nulla si ripeta: “Oggi – aggiunge il Capo dello Stato – la comune casa europea permette a popoli diversi di sentirsi parte di un unico destino di fratellanza e di pace. Un orizzonte di speranza nel quale non c’è posto per l’estremismo nazionalista, gli odi razziali e le pulizie etniche”. E’ alta l’attenzione che il neo Presidente della Repubblica rivolge alla memoria storica del nostro paese e alle pagine drammatiche del passato. Lo dimostrano sia la visita privata alle Fosse Ardeatine, fatta subito dopo l’elezione, sia la partecipazione, oggi pomeriggio, alla cerimonia organizzata a Montecitorio, durante la quale ha premiato, assieme alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, e al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, gli studenti vincitori, visibilmente emozionati, del concorso ‘La Grande Guerra e le terre irredente dell’Adriatico orientale nella memoria degli italiani’, promosso dal Miur. L’appello a non dimenticare, oggi, è arrivato da tutte le più alte cariche di Stato e Governo. Su Twitter il premier Matteo Renzi, ha invitato a “onorare” il giorno del ricordo, “per non dimenticare l’orrore delle Foibe e il dramma dell’esodo che toccò a tanti nostri connazionali”. Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, su Facebook, ha “preso in prestito” le parole di Carlo Azeglio Ciampi secondo cui non c’è nessun futuro se si dimentica il proprio passato. Mentre la Presidente Boldrini, durante la cerimonia alla Camera, non ha usato mezzi termini e rivolgendosi alle associazioni degli esuli rappresentate da Antonio Ballarin ha detto: “un Paese che nasconde la verità non può mai essere un Paese libero e democratico”. “L’Italia vi deve molto – ha aggiunto – perché con il vostro instancabile impegno avete impedito che venisse cancellata definitivamente la memoria dell’orrore del quale rimasero vittime migliaia di uomini, donne e bambini”. E ancora: “Il 10 Febbraio è una giornata di ricordo. Ma è soprattutto un monito, per il presente e per il futuro. Un monito contro l’intolleranza, contro tutte le guerre, contro le dittature e contro ogni tentativo di nascondere la verità”. Presenti per il Governo, nella Sala della Regina, anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e il ministro Giannini, secondo la quale “la scuola, l’università e il mondo della ricerca sono in prima linea per dire che le tragedie” vissute anche da una sola parte del nostro paese “sono tragedie di tutti” e che “tutti ne portiamo la responsabilità grande di conoscenza e memoria”. Il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, ha ricordato che “dopodomani, presso la Presidenza del Consiglio, si terrà un primo incontro a livello tecnico, dopo vari anni, tra il Governo, la Regione Friuli Venezia Giulia e le Associazioni degli Esuli. Uno dei risultati che sarà possibile conseguire è la realizzazione di una sezione dedicata all’Esodo all’interno del Museo del Vittoriano”. Dal mondo della politica poi altri inviti a non dimenticare. Giorgia Meloni (Fdi) ha lanciato un tweetstorm con l’hashtag #10febbraio e ha invitato Renzi a chiedere “a Mattarella di revocare subito il titolo di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana all’assassino Tito”. “Oltre 10.000 morti, compresi donne e bambini, massacrati (e a lungo dimenticati) solo perché non erano comunisti”, ha osservato Matteo Salvini (Lega Nord): “una preghiera e un impegno, Non dimenticare”. “Oggi – ha aggiunto Silvio Berlusconi (Fi) – il nostro pensiero va a tutti coloro che furono condannati ad una morte atroce per la sola colpa di essere italiani e di non volersi assoggettare alla tirannide comunista”. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ha ricordato infine che “le strumentalizzazioni di coloro che voglio piegare il significato di questa giornata alla faziosità non giovano a una riflessione che dovrebbe essere comune”.  (di Alice Fumis/ANSA)