Libia: fuga migranti, scafisti minacciano motovedetta della Guardia costiera

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ROMA. – Sei gommoni la scorsa notte, una decina stamani. Barconi carichi di migranti e di disperazione continuano ad arrivare dalla Libia, a dimostrazione che il timore di una grande fuga dal paese nordafricano manifestato nei giorni scorsi da analisti, 007 ed esperti del Viminale era fondato. E visto il peggiorare della situazione con l’avanzata jihadista, ora fuggono pure gli italiani che vivono lì. Un’escalation comprovata anche da reazioni inedite. Oggi pomeriggio quattro uomini armati di kalashnikov, su un barchino, hanno minacciato una motovedetta della Guardia Costiera italiana che stava soccorrendo un’imbarcazione con migranti a bordo, a circa 50 miglia da Tripoli. Gli uomini armati hanno intimato agli italiani – il personale a bordo delle motovedette che fanno operazioni di ricerca e soccorso non ha armi – di lasciare loro l’imbarcazione dopo il trasbordo dei migranti. E così è avvenuto. “Un fatto allarmante, che segna un ulteriore salto di qualità” degli scafisti, ha commentato Maurizio Lupi, titolare del ministro delle Infrastrutture da cui dipende il Corpo della Guardia costiera. E’ “indispensabile – ha aggiunto – un intervento delle istituzioni internazionali in Libia”. In nottata sono stati soccorsi 600 migranti partiti a bordo di sei gommoni dalle coste libiche: 390 di loro sono stati trasferiti a bordo della nave Peluso della Guardia costiera, altri 184 sono stati soccorsi da una nave islandese del dispositivo di Triton. Complessivamente sono 2.164 i migranti soccorsi da stamattina che si trovavano a bordo di 12 diverse imbarcazioni e che sono stati tutti recuperati. Una tredicesima barca è stata individuata dai mezzi italiani, ma il soccorso non è ancora stato concluso. In particolare, 520 migranti si trovano a bordo di nave Orione della Marina Militare, 186 sono invece sul mercantile Sestri Star, 89 sul mercantile Gaz Concorde, 269 sul mercantile Superlady e su una motovedetta della Guardia Costiera, una cinquantina a bordo del rimorchiatore Asso 30. Oltre 900 sono invece i migranti che sono stati recuperati dai mezzi della Guardia Costiera e dai pattugliatori della Guardia di Finanza. Le testimonianze di chi arriva fotografano una realtà che sembra farsi sempre più drammatica. Tra i migranti sbarcati oggi a Pozzallo anche un giovane centroafricano ferito da un’arma da fuoco: alla polizia ha raccontato che a sparargli sono stati i trafficanti, sulle coste della Libia, per costringerlo a salire sui gommoni. Pure i numeri di gennaio dimostrano che la situazione é peggiore di quella del 2014, quando alla fine sono stati 170mila i migranti accolti: 3.538 persone arrivate nei primi 30 giorni del 2015 contro 2.171 sbarcate l’anno scorso. E quello degli sbarchi potrebbe non essere l’unico problema. Se l’Isis dovesse prendere in mano il traffico degli esseri umani, nessuno può escludere che i barconi possano essere utilizzati per far arrivare in Europa potenziali terroristi. Sembra non avere dubbi a questo proposito il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. “Il rischio di infiltrazioni terroristiche tra i migranti del Nordafrica, che già mesi addietro avevo segnalato, sembra essere stato scoperto anche dall’Europa e dal Ministro degli Esteri. Ma si tenta di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Almeno in questo caso – osserva – si cerchi di passare dalle parole ai fatti e lo si faccia con la massima urgenza. Bisogna bloccare immediatamente le partenze dei barconi dalle coste libiche e sospendere contemporaneamente Triton”. (di Tiziana Caroselli/ANSA)

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