Libia, allarme terroristi sui barconi verso l’Italia

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ROMA. – Nuovo allarme su un presunto piano dell’Isis per infiltrare i jihadisti sui barconi degli immigrati e attaccare il Sud Europa, a cominciare dall’Italia. Gli 007 frenano, e rilevano che finora “non ci sono evidenze” di questo tipo. Ma il governo spiega che la minaccia terroristica al momento è imprevedibile, e l’opposizione chiede il blocco degli sbarchi. Il clima è comunque tesissimo: a Roma, secondo quanto riferisce in esclusiva L’Espresso, l’antiterrorismo sarebbe sulle tracce di due presunti estremisti libici. In queste ore la comunità internazionale cerca una soluzione per l’avanzata dell’Isis in Libia, che amplifica la minaccia terroristica in un’Europa già scossa dagli attentati in Francia e Danimarca. Proprio oggi il Daily Telegraph ha pubblicato documenti segreti su un piano jihadista per sfruttare la deriva libica portando il “caos nel Sud Europa”. Nei documenti – ottenuti dal think tank anti-terrorismo britannico Quiliam – Abu Arhim al-Libim, indicato dagli analisti come una figura di spicco dello Stato islamico, cita in particolare la vicinanza della Libia con “gli Stati crociati” e la possibilità per i jihadisti di “utilizzare e sfruttare in modo strategico i tanti barconi di immigrati che partono dalle coste libiche”. Attraverso i quali l’Isis può anche “colpire le compagnie marittime e le navi dei Crociati”. Non solo: la minaccia di “barconi pieni di terroristi” è stata rilanciata anche dall’ambasciatore egiziano a Londra, Nasser Kamel, che ha rimarcato come Sirte sia “a soli trecento chilometri dall’Italia”, che ovviamente è il Paese geograficamente più esposto alle turbolenze nordafricane e dove solo dall’inizio dell’anno il numero degli sbarchi è aumentato del 59%, come ha riferito oggi in Parlamento il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Sull’ipotesi di infiltrazioni, tuttavia, l’intelligence è cauta e il direttore del Dis Giampiero Massolo fa sapere che allo stato non c’è “alcuna evidenza” che ciò sia finora avvenuto. Fonti degli 007 ritengono infatti poco probabile che un terrorista si sposti su “barconi fatiscenti col rischio di affondare e comunque affrontare poi i controlli delle autorità”. La possibilità non viene esclusa del tutto, perché in mezzo ai tanti che scappano delle guerre potrebbe esserci qualcuno indottrinato dalla jihad. Allo stesso tempo, fonti di sicurezza fanno notare come gli ultimi attentati avvenuti in Europa, da Parigi a Copenaghen, siano stati compiuti da cittadini con passaporto europeo, non da immigrati. Il governo, attraverso il sottosegretario con delega ai servizi Marco Minniti, ha parlato di una “minaccia terroristica” al massimo grado di “imprevedibilità”, proveniente da combattenti di ritorno e lupi solitari, che rende necessaria “la raccolta dati, limitata nel tempo, del traffico passeggeri in Europa, il controllo di chi si sposta verso i teatri di guerra”, senza tuttavia sospendere Schengen. Dall’opposizione, invece, c’è stata una levata di scudi per il blocco degli sbarchi. Per il capogruppo dei senatori forzisti Maurizio Gasparri, risolvere il problema degli sbarchi è la priorità dell’Italia nel suo impegno nel teatro libico. Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia, ha annunciato che da venerdì a domenica ci saranno fiaccolate in tutta Italia per fermare gli sbarchi, che “espongono gli italiani ad una totale insicurezza”. La Lega è andata oltre, arrivando a chiedere il blocco navale attraverso il capogruppo al Senato Gian Marco Centinaio. Dopo gli attentati a Parigi e Copenaghen, in ogni caso, è allerta massima anche a Roma. Secondo l’Espresso, da giorni l’antiterrorismo è a caccia di due presunti estremisti libici, che sarebbero nascosti nel centro della capitale. Sono considerati molto pericolosi, e poco tempo fa hanno tentato di comprare armi da fuoco sul mercato nero in città. (di Luca Mirone/ANSA)