Usa: ergastolo all’ex marine che uccise l’American Sniper

Chris Kyle

NEW YORK. – Eddie Ray Routh sapeva la differenza tra giusto e sbagliato quando schiaccio’ il grilletto il 2 febbraio del 2013. In base a questa motivazione, sostenuta dall’accusa, la giuria del processo all’ex marine che ha ucciso l’ormai celeberrimo ‘American Sniper’ Chris Kyle e il suo amico Chad Littlefield ha emesso il suo verdetto: Routh e’ colpevole di omicidio. E per questo e’ stato condannato all’ ergastolo, senza possibilita’ di liberta’ condizionata. Ma ha almeno evitato la pena capitale, che non e’ stata chiesta dall’accusa. “Giustizia e’ stata fatta”, ha commentato la famiglia di Littlefield, in un’aula di tribunale stracolma. E ha gridato ‘Giustizia’ anche gran parte dell’America, per la quale l’ex Navy Seal Kyle, detto anche ‘La Leggenda’, era un eroe, un difensore della patria, che durante le sue missioni in Iraq con il suo tiro da ‘cecchino professionista’ aveva ucciso oltre 160 nemici, al punto da guadagnarsi l’appellativo di cecchino piu’ micidiale nella storia dell’esercito americano. Ma prima del verdetto, il processo ha rischiato di perdere di obiettivita’, a causa della cassa di risonanza creata dal film campione di incassi ‘American Sniper’, diretto da Clint Eastwood, che e’ per l’appunto ispirato dall’autobiografia scritta da Chris Kyle. O almeno questa era il timore della difesa, che aveva tentato in tutti i modi di far slittare il dibattimento. E per lo stesso motivo, molti giurati hanno detto di aver evitato di guardare il film e di leggere la biografia. Per un’altra parte dell’America, invece, la giustizia – come si legge sui social network – e’ quella che odia i suoi veterani malati. Questo perche’ la tesi della malattia mentale non e’ servita a convincere la giuria. “Senza dubbio – ha detto in un’intervista a Abc News Barrett Hutchinson, uno dei 12 componenti della giuria – Routh sapeva delle conseguenze di premere il grilletto”. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Routh sparo’ prima a Littlefield e poi a Kyle mentre tutti e tre si trovavano in un poligono di tiro in Texas. I corpi furono scoperti nel tardo pomeriggio. Entrambi erano stati colpiti da diversi proiettili. Kyle e Littlefield erano con Routh per aiutarlo a riprendersi dalle ‘ferite mentali’ causate dai combattimenti. La polizia ha rintracciato Routh circa un’ora dopo. Era seduto di fronte all’auto di Kyle e diceva frasi del tipo: ‘Non so se sto diventando pazzo’, ‘e’ questo l’infermo in terra?’. “Ci disse che aveva preso un paio di anime – ha spiegato uno degli agenti intervenuti – e che doveva prenderne altre”. Poi tento’ la fuga, ma fu arrestato poco dopo. Al momento della lettura del verdetto Routh non ha mostrato alcuna emozione, mentre la moglie di Kyle, Taya, si e’ precipitata fuori dall’aula nel mezzo dell’arringa finale della difesa. La giuria era composta da 10 donne e due uomini e doveva decidere tra: colpevole, non colpevole o non colpevole per infermita’ mentale. In caso avesse prevalso l’ipotesi di insanita’ mentale. Tuttavia, la legge del Texas prevede che, anche se una persona soffre di malattie mentali, può essere giudicata colpevole, se e’ in grado di capire che ciò che ha fatto era sbagliato. Tesi che ha incastrato Routh. (di Gina Di Meo/ANSA)