Parte l’offensiva a sostegno del Made in Italy

made-italy

ROMA. – Parte l’offensiva a sostegno del Made in Italy. In uno sforzo congiunto, governo e Cassa Depositi e Prestiti sferrano il loro attacco per portare i prodotti e le imprese italiane in giro per il mondo ed intercettare la crescente richiesta dell’eccellenza manifatturiera, agroalimentare, tessile e non solo, tutta italiana. Sulla scia di quanto stabilito nella legge di stabilità, a muoversi è stato innanzitutto il ministero dello Sviluppo economico. In una cabina di regia co-presieduta dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ed allargata ad altri tre ministri – Pier Carlo Padoan, Maurizio Lupi, Maurizio Martina – e al sottosegretario ai Beni culturali, Francesca Baracciu, Federica Guidi ha dato il via ad un piano straordinario per rilanciare l’export, sfruttando anche il volano di Expo 2015. Con uno stanziamento di 260 milioni il governo punta ad incrementare il volume delle esportazioni, aumentando i flussi di beni e servizi di circa 50 miliardi di euro entro il triennio. Un target ambizioso ma raggiungibile accrescendo il numero di imprese esportatrici e trasformando le aziende potenzialmente esportatrici in esportatrici abituali. Secondo i dati del Mise, negli ultimi anni il numero medio di imprese che operano con l’estero si è infatti aggirato intorno alle 200.000 ma altre 20.000 potrebbero diventare “stabilmente esportatrici” (tra le 70.000 circa che ne hanno le potenzialità). Sull’altro versante, il piano punta anche ad accrescere la capacità di intercettare investimenti esteri, con l’obiettivo di ottenere 20 miliardi di dollari di flussi aggiuntivi. Via dunque a fiere, road show mirati, campagne di comunicazione, lotta ai “falsari del made in Italy” e iniziative di sostegno. Lo sforzo dei ministeri, affiancati da Ice, Simest e dalle associazioni di banche e imprese, si somma a quello annunciato da Cassa depositi e prestiti. Proprio in contemporanea al lancio del piano governativo, il cda della Cassa ha infatti approvato l’aumento delle risorse dedicate all’internazionalizzazione e all’export, portandole dai 6,5 miliardi di euro attuali a 15 miliardi di euro (+130%). D’ora in poi, oltre che con la garanzia di Sace, Cdp potrà operare anche con quella di altre agenzie di credito all’esportazione straniere, con banche di sviluppo nazionali, e con enti finanziari costituiti da accordi internazionali, come Banca Mondiale, Banca europea per lo sviluppo, Banca di Sviluppo interamericana e Bei. Per le operazioni fino a 25 milioni Cdp interverrà fornendo al sistema bancario la provvista necessaria per il finanziamento delle operazioni di esportazione e internazionalizzazione. Per le operazioni oltre 25 milioni di euro, Cdp potrà invece intervenire direttamente in favore delle imprese, in co-finanziamento con il sistema bancario o coprendo interamente il fabbisogno di finanziamento.