Italia lumaca sulla banda larga, male in Ue e nel mondo

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MILANO. – Italia ancora lumaca sulla banda larga. Il Belpaese resta uno dei meno digitali d’Europa, ma anche a livello mondiale non se la passa benissimo. L’ultima doccia fredda sulla rete ad alta velocità italiana è arrivata poche settimane fa dal britannico Independent che elaborando dati Ookla (azienda che testa la velocità di connessione) ci ha chiesto “che sta succedendo?”. I test più recenti dicono che in Italia la velocità media di connessione è di 9,18 Mbps (megabit per secondo, l’unità di misura della velocità di trasmissione su rete informatica, ndr), che ci colloca al 94esimo su 198 Paesi osservati (in Europa così lenti sono solo i Paesi dei Balcani, Grecia e Turchia). Quanto alla fibra ottica, nelle economie con maggior penetrazione, l’Italia fa meglio solo della Romania (dati 2014 dell’organizzazione industriale Fibre to the home Council). Stando poi al sito Internet World Stats, la penetrazione di Internet in Italia è appena al 58,6% della popolazione. Se poi si guarda all’Europa, la situazione non migliora. Secondo il nuovo ‘e-indice 2015’ pubblicato dalla Commissione Ue l’Italia è fra i Paesi meno digitali in Europa, in senso assoluto: poche connessioni, competenze informatiche carenti, scarsa attività sul web, eccezion fatta per musica, video e giochi online. E anche l’e-commerce non decolla, anche per colpa dell’arretratezza della domanda. Risultato? L’Italia è 25ma su 28 paesi, meglio solo di Grecia, Bulgaria e Romania. Tornando alla banda larga in senso stretto, l’Autorità per le comunicazioni nell’ultimo osservatorio trimestrale ha segnalato una crescita di accessi di 290 mila unità su base annuale. Nelle connessioni, Telecom risulta avere una quota di mercato del 48,7%, con Wind al 15,2%, Fastweb al 14,2%, Vodafone al 12,3% e Tiscali al 3,4%. Nel paese la copertura del servizio Adsl2+, l’internet super veloce con prestazioni nominali fino a 20 Mbps, è superiore all’80% (dati dell’Osservatorio Ultra Broadband). Ma anche a tali livelli, comunque, la domanda resta pari al 20% dell’offerta. Il punto, anche in questo caso, sembra essere ancora l’assenza di domanda, più che di banda. Nel documento sulla Strategia italiana per la banda ultralarga della presidenza del consiglio viene fissato l’obiettivo di raggiungere entro il 2020 la copertura fino all’85% della popolazione con una connettività ad almeno 100 Mbps, che è l’unica a poter essere definita banda ultralarga (o ultrabroadband) nell’accezione dell’Agenda Digitale Europea. Per il restante 15% l’obiettivo è invece garantire una velocità di almeno 30 Mbps. Secondo i piani industriali degli operatori privati – segnala poi il documento – solo nel 2016 si arriverà al 60% della popolazione coperta dal servizio a 30 Mbps, senza impegni successivi. Quanto agli operatori, Telecom Italia, Fastweb e Vodafone per l’infrastruttura hanno puntato primariamente sulla soluzione Fttc (Fiber to the Cabinet, la fibra fino alla cabina di smistamento, attualmente con velocità di 30-100 Mbps).

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