Omicidio Nemtsov: Putin, basta con la vergogna dei delitti politici

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MOSCA. – Vladimir Putin si dice indignato per l’uccisione dell’oppositore Boris Nemtsov e mette in guardia i vertici del ministero dell’Interno avvertendoli che e’ necessario “liberare la Russia dalla vergogna” di delitti “che hanno una grande risonanza, compresi quelli a sfondo politico” come “l’omicidio sfacciato di Nemtsov proprio nel centro della capitale”. Le parole del leader del Cremlino arrivano proprio mentre Aleksandr Bortnikov, il capo dei famigerati servizi di sicurezza russi (Fsb), fa sapere – con un laconico “ci sono sempre dei sospettati” – che gli investigatori hanno individuato dei presunti responsabili dell’assassinio. Potrebbe trattarsi dei due caucasici di cui – secondo Ren-tv – gli inquirenti avrebbero ottenuto delle foto estrapolando dei fermo-immagine dai filmati delle mini videocamere di auto di passaggio. La polizia – sempre stando all’emittente russa – si sarebbe servita delle videocamere di sorveglianza cittadina per individuare gli automobilisti che hanno incrociato la notte del delitto la vettura usata dai sicari, di cui e’ stato ricostruito almeno parte del percorso di fuga. Poi avrebbero chiesto ai conducenti di consegnare le registrazioni delle loro mini videocamere, montate generalmente sul cruscotto (una dotazione molto diffusa tra gli automobilisti russi, per motivi di sicurezza). L’omicidio di Nemtsov ha sollevato una tetra nube di sospetti sul Cremlino proprio alla vigilia di un incontro tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e Vladimir Putin in cui i due leader dovrebbero discutere, tra le altre cose, della situazione in Ucraina e della questione libica. Ma sul delitto – che il presidente russo ha bollato come “una provocazione” e per il quale l’opposizione punta invece il dito proprio contro Putin – si inseguono le ipotesi più disparate e spesso prive di qualunque conferma. LifeNews, una tv considerata vicina ai servizi segreti, aveva annunciato che nelle indagini si cerca anche un’auto del ministero delle Finanze: una Ford che le telecamere di sicurezza hanno ripreso tre volte nella zona dell’agguato (a pochi passi dalla piazza Rossa) e che si trovava sul ponte dove è stato ucciso Nemtsov tra le 23.30 e le 23.40 di venerdì, cioè quando è avvenuto l’assassinio. Ma dopo la stessa emittente ha fatto sapere che un impiegato pubblico arrotondava usando come taxi abusivo l’auto “sospetta” (in realtà a quanto pare di una società che fornisce servizi al ministero delle Finanze). E che è solo per questo che in quel momento passava per le vie del centro di Mosca. Intanto alcuni blogger fanno circolare la notizia – che non ha alcuna conferma – che uno dei presunti sospettati dell’omicidio, un membro di un gruppo estremista ceceno identificato come Aslan Alkhanov, sia arrivato a Mosca da Kiev per uccidere Nemtsov su ordine di Dmitro Iarosh, il leader dei paramilitari ucraini di estrema destra di Pravi Sektor. L’obiettivo sarebbe stato quello di far ricadere la colpa su Putin. Alkhanov si sarebbe suicidato il giorno dopo aver compiuto il delitto ed essersi reso conto di essere stato tradito. Ma il suo pc portatile sarebbe pieno di documenti sull’omicidio. Infine, e’ spuntato un altro video che risalirebbe a tre minuti dopo l’assassinio. Nonostante l’avvertimento lanciato oggi da Putin, il ministero dell’Interno russo smentisce intanto le voci diffuse da alcuni media sulle imminenti dimissioni del titolare del dicastero, Vladimir Kolokoltsev, all’indomani dell’uccisione di Nemtsov. (di Giuseppe Agliastro/ANSA)

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