I termini del possibile accordo sul nucleare iraniano

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TEL AVIV. – Le potenze del ‘5+1’ (Usa, Gran Bretagna, Cina, Francia, Russia e Germania) cercano di raggiungere con l’Iran entro le fine di marzo un accordo quadro sul nucleare che dovrebbe essere finalizzato a giugno. Nel suo contesto, la capacità dell’Iran di produrre combustibile nucleare sarebbe limitata almeno per i prossimi dieci anni. Di pari passo con la sua realizzazione, una serie di sanzioni sarebbero rimosse. Ma l’Iran resterebbe ancora sottoposto ad ispezioni, e non potrebbe produrre combustibile utilizzabile per la realizzazione di bombe atomiche. Secondo anticipazioni raccolte dalla Associated Press, gli Stati Uniti accettano ora che l’Iran possa utilizzare 6.500 centrifughe. L’Iran dovrà però trasferire all’estero la maggior parte dell’uranio arricchito oppure elaborarlo in una forma tale che non possa essere riconvertito per la produzione di ordigni. L’obiettivo degli Stati Uniti, spiega l’Ap, è di estendere ad almeno un anno il periodo che l’Iran necessiterebbe per ‘compiere il balzo’ in segreto verso lo sviluppo di ordigni atomici. Il monitoraggio di queste intese sarebbe affidato all’Agenzia dell’Onu per l’energia nucleare. Le trattative toccano anche la sorte del reattore di acqua pesante di Arak e dello stabilimento di arricchimento di Fordo. Il primo – che sta per essere completato – dovrebbe essere ristrutturato per limitare la sua produzione di plutonio. Il secondo sarebbe trasformato in un centro di ricerca scientifica. L’Iran – che insiste nell’affermare che i suoi progetti nucleari hanno intenti esclusivamente pacifici – chiede in cambio della firma la rimozione di sanzioni che aggravano seriamente la sua economia: in particolare quelle legate alla vendita di petrolio. I critici dell’accordo obiettano che in passato controlli del genere si sono rivelati imperfetti e, ad esempio, non hanno saputo fermare la corsa della Corea del Nord all’atomica.

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