Qe, nel primo giorno 3,2 miliardi di acquisti

DOMANI PARTE QE, BAZOOKA DRAGHI PER RIPRESA ECONOMIA

ROMA. – Euro giù ai minimi da 12 anni a questa parte sul dollaro, col biglietto verde ormai a un passo dalla parità, tassi sui titoli di Stato a 10 anni al nuovo minimo storico dell’1,21%, con l’Italia che mette la freccia sulla Spagna nella corsa dello spread, e Borse continentali in rosso. Questo l’effetto sui mercati internazionali innescato da una politica monetaria divergente sulle due sponde dell’Atlantico: iper-espansiva quella della Bce col lancio del quantitative easing, mentre vicino ad una nuova stretta quella della Federal Reserve Usa con un prossimo rialzo dei tassi, e naturalmente dalle perenni tensioni sulla Grecia, con Atene e l’Ue alla ricerca di un compromesso al più presto possibile. Il membro francese del direttorio di Francoforte, Benoit Coeuré, ha reso noto che nel giorno del debutto del Qe (lunedì) la Bce e le altre banche centrali dell’Eurozona “hanno comprato 3,2 miliardi di titoli del settore pubblico”. E oggi, secondo quanto trapela, lo shopping è proseguito senza freni. Così sul mercato dei cambi l’euro ha continuato a perdere quota contro tutti i suoi principali concorrenti, precipitando a 1,0697 dollari, segnando il livello più basso da aprile 2003 sulla divisa Usa, e lasciando sul terreno da inizio anno oltre l’11% contro il biglietto verde, scendendo ai minimi da dicembre 2007 contro la sterlina a 0,7098 pence e calando sotto i 130 yen nei confronti della valuta nipponica. Sul mercato dei titoli di Stato l’Italia dopo una lunga rincorsa supera la Spagna con lo spread Btp-Bund a 98 punti base mentre il gap Madrid-Berlino si allarga a 100 punti, col tasso sui bonos all’1,23% contro l’1,21% del titolo decennale del Tesoro. Continuano invece a cedere terreno le Borse europee, con Londra maglia nera (-2,52%), quindi Madrid (-1,38%), Parigi (-1,12%), Milano (-0,97%) e Francoforte (-0,71%). L’obiettivo del Qe rimane quello di aumentare la liquidità nell’economia reale. Ma una fotografia delle difficoltà del credito in Italia è quella scattata dalla Banca d’Italia sul mese di gennaio, prima dell’uso del ”Bazooka” ma dopo l’annuncio fatto da Draghi. Le tabelle mostrano che peggiora la flessione dei prestiti delle banche al settore privato, con un calo dell’1,8% dopo il -1,6% fatto segnare a dicembre e novembre 2014: i prestiti alle famiglie sono calati dello 0,5% come nel mese precedente; quelli alle società non finanziarie sono scesi, sempre su base annua, del 2,8% (-2,3% a dicembre). Balzo invece, sempre a gennaio, dei titoli di stato nei portafogli delle banche italiane che toccano un nuovo massimo in termini di valore. Secondo quanto si ricava sempre dalle tabelle della Banca d’Italia, sono saliti a 416 miliardi di euro contro i 400 miliardi di dicembre e i 414 toccati a ottobre. A gennaio 2104 erano pari a 383 miliardi. Ora, dopo l’acquisto dei bond da parte della Bce, dovranno tornare a scendere. (di Alfonso Abagnale/ANSA)

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