Viaggi e benzina più cari: gli effetti dell’euro debole

euro debole

ROMA. – Nuovo impulso per l’export del Made in Italy, occupazione e ripresa. Ma costerà di più fare viaggi all’estero, il pieno di benzina, così come pagare le tariffe energetiche o comprare computer e telefoni d’importazione. Ecco i primi effetti dell’euro debole sull’economia e sulle tasche degli italiani che si troveranno presto a fare i conti con un generalizzato rialzo dell’inflazione. L’euro si sta ormai avvicinando alla parità con il dollaro e oggi è scivolato ai livelli più bassi da 12 anni. Una discesa destinata a continuare per l’impatto delle manovre espansive varate dalla BCE. Ecco cosa cambierà in concreto per la nostra economia e per gli italiani:

MADE IN ITALY: l’indebolimento dell’euro aiuta a spingere le esportazioni extra-Ue e a funzionare da volano alla ripresa ancora stentata delle imprese private. Per Confindustria, la svalutazione offre un freno alle pressioni deflazionistiche e una spinta all’export che si realizzerà pienamente nel 2015, per poi segnare una crescita attorno al 5% il prossimo anno.

OCCUPAZIONE: con esportazioni più a buon mercato, le aziende italiane possono trovare nuovo impulso e tornare ad assumere. Sempre per Confindustria, migliorano le aspettative delle imprese con più di 50 dipendenti per i primi tre mesi del 2015 (-8,1 da -8,6 del trimestre precedente e -13,9 di un anno fa).

CARBURANTI E MATERIE PRIME: Carburanti e materie prime costeranno di più perchè quotati in dollari. Se la caduta dell’euro e’ uno dei presupposti per la ripresa, va comunque a pesare sul portafogli delle famiglie. Per ora l’effetto è attenuato dal calo del prezzo del petrolio che ha fatto risparmiare su carburanti (-14,8% a gennaio da luglio) ed elettricità e gas (-1,3% le tariffe da giugno).

VIAGGI: l’euro debole pesa sui viaggi all’estero. Da un sondaggio di Confturismo è emerso che per l’88% degli interpellati il cambio pesa sui booking, mentre il restante 12% osserva delle conseguenze anche se minime.

RINCARI PER HI-TECH: vale per tutti l’esempio di Apple che per la svalutazione dell’euro ha deciso un ricarico intorno al 15% e colpisce principalmente i portatili della Mela. Ora il MacBook Air, ad esempio, viene venduto a partire da 1.029 euro prima costava 929 euro.

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