Nudo e terrorismo, Facebook rafforza le sue regole

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ROMA. – A pochi giorni dalla presa di posizione di Twitter su abusi online e ‘revenge porn’, anche Facebook fa più chiarezza su nudi, propaganda terroristica, bullismo e ‘hate speech’, i post che incitano all’odio. Insomma tutti quei contenuti inappropriati che a volte vengono rimossi, su richiesta dei governi ma anche dopo mobilitazione corale degli utenti. “Più chiarezza sulle regole e i limiti di cosa si può condividere con la propria community”, spiega Mark Zuckerberg ai suoi quasi 1,4 miliardi di iscritti, aggiornandoli anche sulle richieste provenienti dai governi. “Ora è più chiaro – aggiunge alla Bbc Monika Bicket, capo della policy del social network – che non solo non tolleriamo organizzazioni terroristiche e i loro membri all’interno della nostra community, ma anche che non permettiamo sostegno o lode ai gruppi terroristici e alle loro azioni”. Riguardo i contenuti pornografici, Facebook spiega che mette al bando parti del corpo ben precise come i capezzoli, i genitali o il sedere (che ne sarà delle foto di Kim Kardashian) ma anche quei testi che includono una descrizione minuziosa di atti sessuali. Fanno eccezione i post concepiti per motivi satirici o di istruzione. “È nostra intenzione – spiega Facebook – rispettare il diritto delle persone di condividere contenuti importanti per loro, siano essi fotografie di una scultura come il David di Michelangelo o foto di famiglia di una madre che allatta al seno il figlio”. Un cambiamento netto rispetto a due recenti querelle. La prima affrontata in un tribunale francese dopo che un utente si era visto rimuovere l’immagine del celebre quadro ‘L’origine del mondo’ di Gustave Courbet. La seconda, relativa alla protesta di un gruppo di mamme dopo la censura di immagini di allattamento. Con l’aggiornamento, oltre al terrorismo e alle immagini di nudo, il social network fa chiarezza anche sul cosiddetto ‘hate speech’ (l’incitamento all’odio), sul bullismo e la violenza grafica. “Rimuoviamo determinate immagini quando sono condivise per piacere sadico o per celebrare la violenza”, spiega Facebook aggiungendo che il giro di vite riguarda anche “i contenuti che attaccano direttamente le persone in base alla loro razza, etnia, nazionalità, religione, orientamento sessuale, identità di genere e di gravi handicap o malattie”. Contestualmente all’aggiornamento delle regole per la community, Facebook ha anche pubblicato il rapporto sulle richieste di rimozione dei governi, in crescita: sono arrivate a quota 35.051 nella seconda metà del 2014, contro le 34.946 della prima parte dello stesso anno. Con un calo da parte di Usa e Germania e un incremento da India, Turchia e Russia. Zuckerberg specifica che la piattaforma cerca di proteggere gli utenti da richieste “non necessarie dei governi” ma, mettendo le mani avanti, aggiunge che non può ignorarle. Il social network ha “responsabilità nei confronti degli utenti dei paesi in cui Facebook è presente” e potrebbe essere bloccato. “E’ un modo – conclude Zuckerberg – di dare voce a più gente possibile”. Un concetto già puntualizzato nel suo intervento al Mobile World Congress di Barcellona, che si sposa con la filosofia (anche commerciale) del progetto Internet.org che ha l’obiettivo di portare il web ovunque nel mondo. (di Titti Santamato/ANSA)

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