Un altro esame per Inzaghi mentre i tifosi minacciano di disertare S. Siro

Milan-Cagliari in serie A, al 28° turno

CARNAGO (VARESE). – Filippo Inzaghi va avanti con le sue idee e una certezza: “Farò l’allenatore tanti anni ancora”. Al Milan, però, rischia di resistere ancora solo un paio di mesi, se non un paio di giorni visto che l’esonero sarebbe inevitabile con un nuovo passo falso contro il Cagliari, in un San Siro ancor più freddo del solito per la protesta della Curva Sud. “Vado avanti per la mia strada poi chi dovrà valutarmi farà le sue scelte. Spero di restare qua a lungo, ho un contratto. Quando alleni il Milan – ha osservato alla vigilia della sfida con i sardi di Zdenek Zeman, l’ultima prima della sosta – sai a cosa vai incontro. Tanti bravi allenatori con grandissima esperienza soffrono e fanno fatica, sarebbe stato utopistico pensare di non soffrire alla prima esperienza”. Su Inzaghi ci sono le ombre dei vari Mihajlovic, Sarri, Conte e Montella, ma nelle sue parole non è difficile leggere un riferimento a Mancini, appena eliminato dall’Europa League con la sua Inter e con due soli punti di vantaggio sul Milan in campionato. Mal comune mezzo gaudio, ma i fischi ai nerazzurri rischiano di essere surclassati dalla contestazione della Curva Sud verso i vertici societari del Milan. Gli ultrà hanno infatti esortato tutti i tifosi a disertare lo stadio (già da tempo semideserto) evitando di acquistare merchandising e di visitare la sede, Casa Milan. Al presidente Silvio Berlusconi hanno invece rivolto una lunga serie di domande, chiedendo chiarezza sulle voci di cessione e ribadendo il proprio appoggio alla figlia Barbara e le critiche all’altro ad, Adriano Galliani. “Quanta voglia ha ancora di riportarci sul tetto del mondo? E se non ne ha voglia, perché prolungare l’agonia di questa mediocrità che ci sta lentamente portando verso il fondo? Vuole portare avanti la storia della sua famiglia, legandola ancora al Milan? – chiede la Curva al presidente rossonero – Noi appoggeremmo sicuramente questa scelta, ma se si trattasse di una scelta portata avanti con criterio, lasciando la società in mano a Sua figlia senza l’impedimento di terze persone che ormai hanno fatto il loro tempo (ed i propri interessi), ma soprattutto con un portafoglio da dedicare al Milan e alla sua ricostruzione”. “I tifosi dobbiamo riportarli allo stadio con buone partite e risultati”, è il rapido commento di Inzaghi, che ha ben altri problemi da risolvere, anche se sembra rimasta in sospeso l’indagine ordinata a inizio marzo da Galliani su infortuni, problemi di condizione e gioco. “Ci siamo posti tante domande ma non ci sarà mai una verità assoluta”, ha tagliato corto l’allenatore che a gennaio diceva di sentire Berlusconi “due volte al giorno” mentre oggi riceve una telefonata “ogni due o tre giorni”. Dopo la sconfitta subita in rimonta a Firenze “era dispiaciuto, avevamo giocato bene ma mi ha detto che serviva più possesso palla nel finale della gara”, ha raccontato Inzaghi che ha visto per ben 9 volte la sua squadra sprecare il vantaggio. “Intanto siamo andati in vantaggio, qualcosa di positivo c’è… – ha commentato con una battuta -. Scherzi a parte, bisogna andare in vantaggio e gestire meglio. Abbiamo un po’ di apprensione perché siamo umani, a Firenze qualsiasi allenatore avrebbe messo un difensore per Honda, io ho invece puntato su Cerci per cercare il secondo gol. Se continui a mettere difensori diventi un catenacciaro”. Con il Cagliari rientrano De Jong e Poli che dovrebbero dare più equilibrio. “Poi – ha concluso Inzaghi – ci serviranno un po’ di spensieratezza e cinismo”.
(di Paolo Cappelleri/ANSA)