La Grecia prepara la lista delle riforme, ma Merkel avverte che il tempo stringe

A BERLINO VERTICE MERKEL-TSIPRAS, 'NESSUNO ASPETTI SOLUZIONE'

BRUXELLES. – Potrebbe essere la settimana decisiva per la Grecia, ma l’epilogo si conoscerà molto probabilmente solo lunedì prossimo. La Ue attende la lista completa delle riforme, il Governo di Atene è intenzionato a presentarla entro lunedì, e solo allora il presidente dell’Eurogruppo potrà convocare una riunione dei ministri che potrebbe sbloccare gli aiuti. In ballo ci sono 4,9 miliardi, che saranno suddivisi in tranche legate all’attuazione del pacchetto di misure. “Il tempo stringe”, ribadisce la cancelliera Angela Merkel oggi, e anche la Bce aumenta il pressing: secondo il Financial Times sarebbe pronta la stretta sulla liquidità, rendendo illegali ulteriori acquisti di titoli di Stato greci a breve termine da parte delle banche elleniche, cioè il mezzo con cui Atene ora si finanzia. Le casse greche sono quasi vuote e alcune fonti locali danno per certo un default il 20 aprile senza i nuovi aiuti europei. Il processo per ottenerli è ripartito e, per ora, con successo: i tecnici del Brussels Group, l’ex Troika, stanno collaborando con i tecnici greci a Bruxelles per aiutarli a comporre una lista di riforme che risponda ai criteri dell’Eurogruppo, mentre i loro colleghi ad Atene stanno raccogliendo i dati. Ma le istituzioni stanno solo fornendo consulenza, precisano fonti europee, sono i greci che hanno la responsabilità totale sulla lista in via di composizione, come volevano Tsipras e Varoufakis. Il Governo invierà l’elenco delle sue misure a Bruxelles “entro lunedì 30 marzo”, fa sapere il portavoce del governo Gabriel Sakellaridis, tanto che fonti dell’Eurogruppo escludono una riunione già questo venerdì. Domani si riunirà in teleconferenza l’Euro Working Group – i tecnici che preparano l’incontro dei ministri – per analizzare gli sviluppi del negoziato e fare il punto sulla situazione della liquidità. A questo proposito, domani si riunirà anche il board del fondo salva-Stati Efsf per valutare la richiesta di Tsipras di avere indietro 1,2 miliardi di euro che il precedente Governo aveva pagato in ‘cash’ per ricapitalizzare le sue banche, invece di usare i bond Efsf del fondo salva-banche ellenico. Un ‘errore’, secondo Tsipras, a cui bisogna rimediare. Sarebbe una boccata d’ossigeno, ma l’Efsf deve valutare se è legalmente fattibile. Una volta presentate le riforme, Atene spera di ottenere subito 5 miliardi circa: 1,2 miliardi che ha chiesto indietro all’Efsf più l’ultima tranche Efsf del vecchio programma di aiuti pari a 1,8 miliardi, e infine gli 1,9 miliardi dei profitti Bce sui bond greci. “Tutto è nelle mani di Atene e dipende dal contenuto della lista”, ripetono a Bruxelles, auspicando che stavolta il Governo consideri misure dall’impatto “certo” come privatizzazioni e aumento dell’iva, e non lotta a corruzione ed evasione che “non hanno effetti a breve”. Ma la rapidità dell’esborso degli aiuti dipende dall’Eurogruppo e molti Paesi, tra cui la Spagna, non sono d’accordo a versarli subito, perché preferirebbero aspettare la vera attuazione delle misure da parte del Parlamento greco. (di Chiara De Felice/ANSA)

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