Via l’anonimato anche a Panama, verso la fine del paradiso fiscale

New ten euro note

PANAMA. – Anche se nel 2011 è uscito dalla ‘lista grigia’ dell’Ocse, Panama è uno degli ultimi paradisi fiscali mondiali e storicamente una delle aree franche per il passaggio di ingenti quantità di denaro, ma qualcosa potrebbe cambiare: è infatti in fase in approvazione una legge che di fatto limita molto l’anonimato dalle azioni al portatore delle società offshore, rendendo relativamente più facile individuarne i veri beneficiari e togliendo così uno dei maggiori pilastri alla privacy finanziaria. “Siamo molto vicini ad approvare” la norma “che riguarda il mercato dei capitali per regolare bene il nostro sistema finanziario, che non sia usato dalla criminalità organizzata”, spiega il presidente di Panama, Juan Carlos Varela, che nel maggio scorso ha battuto un po’ a sorpresa Ricardo Martinelli, di cui era stato vice. I due ‘italiani’ (parte delle famiglie di entrambi sono curiosamente originarie dell’area di Lucca, quella di Varela della Garfagnana) appaiono piuttosto diversi, con l’attuale presidente che sembra più disponibile ad ascoltare sull’argomento le pressioni statunitensi. Secondo quanto ricostruito dall’ANSA, Varela la scorsa estate ha firmato la legge che dovrebbe entrare in vigore nell’agosto prossimo per stabilire un regime affidatario applicabile alle azioni al portatore, con i proprietari che dovranno nominare almeno un custode autorizzato per poter consentire di risalire all’utilizzatore finale. Il tutto a beneficio di informazioni che potranno venir chieste da autorità competenti straniere, anche se dovrebbe esserci un periodo transitorio di tre anni per le azioni emesse prima dell’entrata in vigore della legge. Ma il ‘nuovo corso’ del presidente panamense non sembra fermarsi qui. In un incontro a Roma a metà febbraio “ho detto a Renzi che è importante cercare sempre la via del dialogo sia con Salini sia con Finmeccanica”, spiega Varela riferendosi al contenzioso con il consorzio guidato dal gruppo italiano per la costruzione del nuovo Canale di Panama e a quello con l’holding guidata da Moretti sul contratto per la fornitura di un sistema di controllo radar al centro dell’inchiesta della Procura di Napoli, che arrestò per corruzione l’ex dirigente Paolo Pozzessere e l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola. “Ci sono dei problemi da risolvere, ma ne parlerò direttamente con Moretti”, dice Varela. Che sugli extra costi del Canale, dopo un incontro con l’amministratore delegato del principale general contractor italiano, Pietro Salini, sembra ancora più ‘aperto’. “Il contratto prevede sia la soluzione arbitrale sia quella di un accordo tra le parti: tutte e due le soluzioni sono possibili”, ma “come governo auspichiamo quella di una via amichevole”, conclude il presidente del Paese centroamericano. (dall’inviato Alfonso Neri/ANSA)