Il Pil riparte. L’Italia sta vincendo la battaglia della fiducia

Processo rating: pm cita testi Draghi e Padoan

ROMA. – L’Italia sta vincendo la battaglia della fiducia, la più cara al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ma tornare alla situazione pre-crisi economica non sarà affatto facile e in fin dei conti, secondo il ministro, nemmeno auspicabile. Il quadro macroeconomico sta però innegabilmente migliorando ed anche Confindustria vede ormai la ripresa a portata di mano. Gli imprenditori stimano l’uscita definitiva dalla recessione nel primo trimestre di quest’anno, con una crescita del Pil dello 0,2% e un miglioramento dell’occupazione. “La nave – assicura il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio – sta davvero virando” ed anche per il nostro Paese si sta aprendo quella che Padoan definisce “una importante finestra di opportunità”. Tale che con ogni probabilità, nel prossimo Def in arrivo subito dopo Pasqua, entro il 10 aprile, il governo rivedrà al rialzo le stime di crescita per il 2015. Ad ottobre scorso, ancora in piena recessione, la nota di aggiornamento al Def scommetteva per quest’anno su una crescita non superiore allo 0,5%. Anche alla luce delle più ottimistiche stime degli organismi internazionali, le ultime indiscrezioni parlano di una possibile revisione a +0,8%, ma, nonostante i segnali di ottimismo che emergono da più parti, l’esecutivo resta estremamente cauto sulle cifre. Anche per il 2014 le prime stime parlavano infatti di un Pil in crescita proprio dello 0,8%, ma il segno più è rimasto puramente sulla carta, visto che l’anno scorso si è chiuso ancora con una contrazione dell’economia dello 0,4%. E a scottare è del resto ancora il dato sulla produzione industriale di gennaio che, del tutto inaspettatamente, è arretrata sia su base mensile che su base annua. Da qui all’inizio di aprile, l’Istat misurerà fatturato e ordinativi industriali e occupazione, ma il nuovo dato sulla performance della produzione dell’industria a febbraio arriverà dopo la presentazione del Def. Nessuno nel governo si è quindi intanto sbilanciato nel fornire cifre, in attesa di calcoli il più possibile aggiornati. Oltre alla probabile revisione del Pil, ad essere ricalcolati potrebbero essere di conseguenza anche debito (grazie anche alla diminuzione del tasso di interesse dopo il Qe della Bce) e deficit. Indicazioni potrebbero arrivare anche sul fronte della spending review, “viva e vegeta” secondo Padoan anche nell’era post-Cottarelli, e necessaria per scongiurare le clausole di salvaguardia inserite nella legge di stabilità.

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