Lavoro: aumentano i contratti a tempo indeterminato

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ROMA. – Nei primi due mesi dell’anno i contratti a tempo indeterminato attivati nel complesso sono stati oltre 303.000 con un aumento di 79.000 unità (+35%), sullo stesso periodo del 2014 (224.000). I dati diffusi dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sono legati agli incentivi previsti dalla legge di stabilità (come la decontribuzione per tre anni sui contratti stabili stipulati nel 2015) mentre non risentono ancora delle norme sul contratto a tutele crescenti (e del sostanziale addio all’articolo 18 dello Statuto) contenute nella delega Jobs act perché entrate in vigore a marzo. Nonostante i buoni dati diffusi Poletti oggi ha però anche ricevuto le contestazioni dei giovani precari: “No al business sulla disoccupazione giovanile, noi vogliamo reddito e diritti”. “E’ un giorno importante – ha detto il premier, Matteo Renzi anticipando la notizia sui dati sui contratti a tempo indeterminato – sono davvero sorprendenti, mostrano una crescita a doppia cifra. E’ il segnale che l’Italia riparte”. Non è ancora chiaro quanti di questi contratti siano attivazioni ex novo e quanti stabilizzazioni di altri contratti (rapporti a termine, collaborazioni ecc, ma il ministro Poletti sottolinea che si tratta comunque di dati ”significativi”, in coerenza, ”con l’obiettivo di stabilizzazione. Per me – avverte – è un dato assolutamente positivo”. Un altro ”bollino” sul Jobs act e sulle riforme del Governo Renzi è arrivato oggi dal Commissario Ue all’occupazione, Marianne Thyssen che con Poletti e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti ha partecipato a una conferenza stampa sul programma Garanzia giovani. ”Le riforme strutturali dell’Italia sono molto positive – ha detto – siamo molto contenti”. E secondo i dati del ministero prende quota anche il programma Garanzia giovani con 476.000 giovani iscritti, 233.000 presi in carico e 49.000 che hanno già avuto una proposta tra tirocini, opportunità occupazionali, formazione, stage e servizio civile. ”I numeri ci dicono, ha detto Poletti, che il programma sta prendendo velocità. Il programma dispone di 1,5 miliardi di risorse per il 2014-15 e le risorse già impegnate ammontano al 63,8% del totale. Se rimane questo ritmo nelle iscrizioni – ha detto ancora Poletti – ”a dicembre potrebbero essere iscritti al programma 800.000 giovani a fronte di risorse per 560.000”. Contro il Jobs act torna a parlare il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso che in un’intervista parla di norme ”ingiuste, sbagliate e punitive” mentre il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta ricorda che i nuovi contratti non sono necessariamente posti in più ma trasformazione di vecchi rapporti di lavoro. Mediobanca in uno studio esamina chi guadagna di più dalle norme del Jobs act e della legge di stabilità tra le quali lo sgravio dell’Irap per i datori di lavoro. Tra le italiane quotate – si legge nel documento – quelle che più beneficeranno del Jobs Act sono Rcs, con un incremento atteso dell’utile per azione del 19,7% in tre anni, l’Espresso (+17,8%) e Mondadori (+13,5%) tra tlc, media e tecnologici. Seguono Finmeccanica (+7,7%) e Italcementi (+5,5%) tra i ciclici, Banco Popolare (+6,5%) e Bpm (+5%) tra le banche e Hera (+9%) tra le utility. (di Alessia Tagliacozzo/ANSA)