Raid arabi nello spazio aereo dello Yemen. Protette le rotte del greggio

YEMEN NEL CAOS, I RAID SAUDITI SI ESTENDONO A TUTTO IL PAESE

BEIRUT. – Grazie ai due giorni di raid aerei fin qui effettuati, l’Arabia Saudita e i suoi alleati hanno preso “il totale controllo dello spazio aereo” dello Yemen ai ribelli sciiti Houthi e alle forze dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh, rendendo quindi impossibili eventuali rifornimenti di armi dall’Iran. Lo ha sottolineato il portavoce militare della Coalizione dei Paesi arabi che partecipa all’operazione, il generale saudita Ahmed al Asiri, lasciando aperta la porta ad una futura offensiva di terra per riportare al potere il presidente Abd Rabbo Mansur Hadi. Nel frattempo fonti militari egiziane hanno detto all’agenzia Ap che navi da guerra del Cairo e di Riad sono state schierate a protezione dello Stretto di Bab al Mandab, l’entrata dal Mare Arabico nel Mar Rosso, attraverso il quale passano le petroliere provenienti dal Golfo Persico e dirette in Europa attraverso il Canale di Suez. Una mossa che fa capire la posta in gioco in questa crisi, con l’Arabia Saudita e gli altri Paesi sunniti preoccupati che l’Iran, la massima potenza sciita, possa prendere il controllo di un Paese situato lungo una rotta strategica per i rifornimenti energetici globali. Il generale saudita Al Asiri ha detto che mentre ieri i raid hanno preso di mira in particolare le difese aeree degli Houthi, oggi sono state colpite soprattutto le loro linee di rifornimento. Anche le basi aeree nelle loro mani, dunque, dove potrebbero eventualmente atterrare velivoli che trasportassero armi. “A nessuno sarà permesso rifornire i ribelli”, ha affermato l’alto ufficiale di Riad, con chiaro riferimento a Teheran. I bombardamenti hanno colpito finora Sanaa e altre sei province, dall’estremo Nord all’estremo Sud del Paese. Fonti della sicurezza yemenita hanno fornito un bilancio di 80 combattenti uccisi, ma in gran parte tra le forze fedeli a Saleh. Mentre Amnesty International sottolinea che anche 25 civili, tra i quali 6 bambini, sono morti nel primo giorno di raid, ieri. Nella provincia settentrionale di Saada vi sono stati numerosi attacchi mirati apparentemente a cercare di colpire il leader del movimento ribelle sciita, Abdel Malik al Houthi, che ha risposto con parole di sfida: “Cosa dovremmo fare, arrenderci? Agire da codardi? Assolutamente no”, ha affermato. Le forze armate yemenite fedeli al presidente Hadi e forze tribali sunnite combattono intanto nel Sud contro gli Houthi e le truppe schierate con Saleh, anch’egli sciita, che ha visto nella nuova alleanza con i ribelli del Nord una insperata possibilità di tornare sulla scena dopo essere stato estromesso dalla presidenza nel 2012 in seguito alle Primavere Arabe. Secondo il generale saudita Al Asiri, le forze lealiste continuano a difendere Aden, da dove due giorni fa Hadi è fuggito via mare, e hanno riconquistato la base aerea di Al Annad, distante 60 chilometri. Al Asiri ha aggiunto che per ora non sono in programma operazioni di terra. Ma non ha escluso tale ipotesi per il futuro: “Faremo tutto ciò che sarà necessario per proteggere il legittimo governo dello Yemen”, ha affermato. Il presidente Hadi, che da Aden era fuggito a Riad, è intanto giunto a Sharm El Sheikh, in Egitto, per partecipare al vertice della Lega Araba in programma domani e dopodomani. (di Alberto Zanconato/ANSA)