E scoppia la fiducia nelle imprese. Istat, ai massimi dal 2008

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ROMA. – Da imprese e consumatori arriva un nuovo slancio di ottimismo con gli indici della fiducia che toccano a marzo i massimi da luglio 2008, per le aziende, e da maggio 2002, per le famiglie, negli ultimi dati Istat. Vedono rosa anche le Borse (+1,20% l’Ftse-Mib a Piazza Affari), mentre segnano nuovi minimi i tassi dei Btp a 5-10 anni, con il Tesoro che colloca 2 miliardi di euro a 5 anni con rendimento record dello 0,55% e 2,5 miliardi di decennali all’1,34% (altro record). Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, soffia sul fuoco della fiducia prevedendo che gli 1,9 miliardi stanziati per gli sgravi nelle assunzioni potrebbero portare fino a un milione di posti di lavoro. E’ un “numerone”, riconosce il ministro: “spero, mi auguro, che questo dato si produca: i primi sintomi ci sono già”. Il dato sulla fiducia delle imprese in particolare è “positivo”, secondo Poletti, “perché è la conferma di un trend che da un po’ di mesi si è attivato”; in coda ad una crisi “è ragionevolmente immaginabile che possa capitare un mese di euforia e poi un momento di caduta. Dunque il fatto che i mesi di fiducia si stabilizzino nel tempo e si confermino credo che sia sicuramente un buon segno”. Guardando i dati Istat, il clima volge al bello per tutti i settori di imprese dalla manifattura, che segna un record da giugno 2011, alle costruzioni, dove il progresso riguarda anche – “seppur lievemente” – le attese sull’occupazione, dai servizi al commercio. Sono ottimisti anche i consumatori, che risultano più fiduciosi sia sulla componente economica che su quella personale dell’indice: migliorano i giudizi sulla situazione economica del Paese e le aspettative sulla disoccupazione, con una crescita soprattutto della quota di quelli che prevedono una diminuzione lieve di quest’ultima (saliti al 36,6% dal 32,6%). Sono in “lieve aumento” le attese sull’economia e altri segnali positivi arrivano dai giudizi e dalle attese sulla dinamica dei prezzi al consumo. Una voce contraria è quella di Federconsumatori e Adusbef, che contestano i dati Istat come “inverosimili” perché “le famiglie sono ancora attanagliate da una morsa che non lascia respiro” e, secondo loro stime, taglieranno anche i consumi pasquali del 7% circa.