Storico accordo sul programma nucleare con Iran in vista

NUCLEARE IRAN: ACCORDO STORICO A PORTATA DI MANO

NEW YORK. – Lo “storico” accordo quadro tra gli Usa e le altre potenze occidentali con l’Iran sul programma nucleare iraniano sembra davvero a portata di mano, ma ancora non e’ stato raggiunto: a poche ore alla scadenza dei termini previsti – la mezzanotte di oggi – gli Usa anno annunciato che che i negoziati continueranno anche domani, perche’ sono stati fatti abbastanza progressi. Le delegazioni impegnate nei negoziati in Svizzera – presieduti dall’Alto rappresentante della politica estera europea, Federica Mogherini – vanno dunque avanti ad oltranza, per arrivare a siglare una chiara dichiarazione politica congiunta, ovvero un impegno a sottoscrivere entro il 30 giugno un accordo definitivo e completo di ogni dettaglio, di fatto ‘operativo’, come previsto e richiesto nell’accordo provvisorio. Il segnale che ormai l’obiettivo e’ stato pressochè raggiunto l’ha dato il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov. “Le possibilita’ sono elevate”, ha detto oggi da Mosca, annunciando che sarebbe tornato a Losanna per unirsi ai ministri degli esteri degli altri Paesi del 5+1 impegnati nella trattativa con l’Iran (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania). In oltre 18 mesi di serrate trattative sono stati raggiunti diversi punti di intesa. Come sul numero delle centrifughe per l’arricchimento dell’uranio di cui potranno disporre i tecnici iraniani, circa 6.000, o sul destino degli impianti nucleari di cui dispone l’Iran, tra cui quello bunker di Fordow, costruito sotto una montagna di roccia. Sul tavolo sono pero’ rimaste anche varie questioni da risolvere. Come la realizzazione di un meccanismo di controllo delle attivita’ nucleari iraniane che garantisca almeno un anno di tempo tra il momento in cui venisse individuata l’eventuale attivita’ illecita e il momento in cui l’Iran potrebbe concretamente costruire una bomba atomica. Un’intesa manca pure sul destino delle scorte di combustibile nucleare di cui dispone Teheran e, soprattutto, sui tempi della revoca delle sanzioni: per l’Iran questo e’ un punto fondamentale e chiede una revoca immediata, sin dall’entrata in vigore dell’accordo, mentre i Paesi occidentali, in particolare gli Usa, parlano di un allentamento progressivo, per fasi. In tal modo affermano varie fonti, gli Usa potrebbero peraltro rispondere alle preoccupazioni di chi si oppone all’ accordo, di chi sostiene che dell’Iran non ci si puo’ fidare, soprattutto nel Congresso Usa, ma anche tra gli alleati storici e strategici degli Stati Uniti, con Israele in prima fila. L’accordo in discussione a Losanna, ha ribadito ancora oggi il premier Benyamin Netanyahu, “aprirà la strada a un Iran dotato dell’arma nucleare”. E anche tra quei Paesi sunniti della regione, come l’Arabia Saudita, che temono di vedere l’Iran tornare ad esportare liberamente il suo petrolio, e ad incassare cosi’ fiumi di denaro da utilizzare per ampliare la sua influenza, che gia’ esercita sulla Siria, il Libano, l’Iraq, il Bahrein, e ora anche sullo Yemen. Tutti elementi che dovranno essere considerati andando avanti verso il 30 giugno. Ma intanto la svolta e’ davvero in vista. La scadenza del 31 marzo era stata stabilita per indurre le parti a impegnarsi a mostrare una concreta volonta’ politica. E questo sembra ormai un risultato acquisito. Anche se il braccio di ferro va ancora avanti fino all’ultimo minuto, e anche oltre: ora l’ultimo minuto e’ stato spostato a domani.